Wildays 2023: l’isola felice dello stile senza tempo

L’edizione di Wildays appena trascorsa non è stata come tutte le altre. No signori, almeno per noi di Rust and Glory. Corre il mese di… non saprei, probabilmente è ancora il 2022, quando Phonz (al secolo Alessandro Fontanesi, co-founder di Wildays insieme a Marco Filios e Lorenzo Melegari) monopolizza il mio telefono con messaggi su tante bellissime idee per Wildays 2023. «Vuoi essere dei nostri?» mi chiede. «Le live interview sono tue così come il contest d’eleganza per moto storiche e special. Guarda che raccogli l’eredità di Roberto Parodi, vedi di esserne all’altezza». L’eredità del Parods significa tanto: la dialettica del giornalista, le conoscenze dell’ingegnere meccanico e, non da ultime, sagacia e schiettezza. Esserne all’altezza è tutt’altro che scontato ma procediamo con ordine.

I Rust ‘n Coffee Motorcycle Talks

Al cuore dell’evento, vale a dire davanti al bar (siamo pur sempre motociclisti!), campeggia il nostro palco: un enorme tavolo di legno su cui sedersi a fianco di mixer e microfoni, e una bella panca per chiacchierare in totale relax. E, credetemi, non c’è nulla di più appagante e – sì! – rilassante che chiacchierare di passioni e progetti comuni davanti a persone che sanno apprezzare. Questa è la magia dei Wildays! Tanti amici a cui piacciono le stesse cose, magari vissute ciascuno secondo le proprie attitudini e ambizioni, ma felici di condividere e sostenere i progetti degli altri. Ed è così che i racconti di Davide Virardi su Rust to Dakar, di Sami Panseri sulla sua carriera di pilota nel flat track, di Domitilla Quadrelli e Pierpaolo Vivaldi sul motorally e sui raid africani, di Francesco Martinelli sulle attività del Triumph Club Milano, di Cesare Sasso sui 4×4 e la passione per i Suzuki d’epoca, di Federico Iozzi sul suo brand Formula Iozzi, di Francesco e Francesca di Noinoe, di Roberto Parodi sul Naftone, la Range Rover più famosa d’Italia, di Silvia Galeazzi e Maurizio D’Addona sul loro viaggio di beneficenza in Senegal, di Alessandro Pagani e Mauro Prandi su Di Traverso Adventouring, di Silvio Simeoni di Ruote Celeri su come si diventa customizer, dei ragazzi di North-East Custom sul Baja Bug appena costruito, di Francesco Veneziani e Michele Tonani sul bello delle piccole cilindrate, dei ragazzi di Cazu Cycles sul perché le biciclette migliori sono ancora in acciaio, di Fearless Devid (al secolo Davide Terenghi) e Jagath Perera sul loro Wall of Death… ecco, tutte queste storie di vita tengono centinaia di persone con lo sguardo incollato verso il palco, le mani spellate per gli applausi e le giugulari sempre fresche di birra.

Il Wall of Death Di Fearless Devid

La principale attrazione dell’evento è il Wall of Death (o Motodrome) di Fearless Devid con ospite speciale Jagath Perera dalla Germania per uno spettacolo ricco di stile, emozioni e grida di incoraggiamento per i due stuntmen che sembrano essere atterrati da un altro pianeta per coraggio e bravura ma anche per calma e simpatia. Le due Indian Scout del 1926 volano sul muro verticale e il pubblico assiste travolto dallo spostamento d’aria continuo, dal risuonare delle tavole di legno, da sensazioni che, se non fosse per gli smartphone a riprendere tutto, sono le stesse che i nostri nonni provavano al lunapark di Caorle, di Rimini o di… Coney Island. Durante il Motorcycle Talk, Davide racconta che il Motodrome ora di proprietà di Jagath (e fisso all’Oktoberfest di Monaco) ospitò in passato come spettatore anche Adolf Hitler e di come sia incredibile che quella stessa struttura appartenga ora a una persona di colore dal momento che Jagath è originario dello Sri Lanka: una storia potente e bellissima che andrebbe raccontata più spesso.

A Wildays, in moto si va per davvero

I fettucciati e gli ovali ci sono tutti: enduro e motocross vintage, flat track, percorsi per le auto fuoristrada. Basta munirsi di due ruote e la cilindrata non importa, come ci ricorda il Veneziani nel suo talk. E se vogliamo girare in macchina ma ne siamo sforniti, si può saltare sul pickup americano di un appassionato che è ben felice di mostrarci come il suo V8 lo tragga d’impaccio in qualunque situazione. Menzione d’onore a Ineos e Ford che con le loro Grenadier e Bronco mettono a disposizione dei partecipanti due tra gli ultimi e più affascinanti fuoristrada in commercio. E se manca la moto? Poco male, perché tanti amici non lesineranno nel concederti la loro due ruote per un giro, oppure ci sono le elettriche di Cake Italy sempre a disposizione di chi voglia sperimentare la spinta di un ottovolante e il silenzio di una monorotaia.

Area 51: la ciliegina sulla torta

Avete presente le migliori selezioni di capi vintage dall’Italia e da tutto il mondo? È ciò che trovate all’Area 51, il vintage market curato da Francesco e Francesca di Noi Noè. I dealer più bravi e conosciuti ci sono tutti, così come alcuni tra gli artigiani del legno e del ferro in grado di lasciarti a bocca aperta, con tanto di macchine utensili per realizzare oggetti su misura nel corso della manifestazione. Qualche esempio di capo iconico? I Levi’s del 1914 proposti proprio da Noi Noè, i Barbour International di Antik Vintage Hunter, dagli anni ’50 ai giorni nostri, le giacche da lavoro anni ‘80 personalizzate Rust ‘n Glory del nostro Icon Shop. E tante, tantissime altre creazioni dei migliori stilisti perché, come per le moto, vintage non è soltanto il capo originale ma anche la customizzazione in grado di valorizzarlo.

Il Rust ‘n Glory Motorcycle Contest

Non c’è… Purtroppo. Nonostante il nostro impegno e il prezioso supporto di Cesare Sasso e Francesco Veneziani, siamo costretti a rimandarlo al prossimo anno. Il meteo di sabato non risparmia gli acquazzoni e le moto selezionate fuggono prima della finale. Nulla è perduto: il format è collaudato e i giudici affiatati: lucidate le vostre classiche e special e – dato che il tempo c’è – fate un tagliando in modo tale da trovarvi sul palco nel 2024 al meglio della forma. Siamo inflessibili ma vi aspettiamo a braccia aperte.

Buona estate su due ruote, Wild Riders!

Pier Francesco Verlato

 

 

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