Ted Simon e Roberto Parodi: un pomeriggio tra i motociclisti overland

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Da sinistra: Roberto Parodi, Ted Simon e Francesco Veneziani

Ci sono uomini e donne, pochissimi, conosciuti universalmente come avventurieri, pionieri, realizzatori di imprese fuori dal comune. E quando scopri che questi individui sono persone aperte, di cuore, umili e desiderose di condividere le loro vite straordinarie, allora non puoi che sederti e lasciarti rapire dalle loro storie.
Ted Simon è uno che il mondo l’ha visto bene, negli angoli più remoti ma con un’unica prospettiva, quella del motociclista overland, in grado di diventare un tutt’uno con le strade, i deserti, le giungle e le montagne. Nato nel 1931, dopo un primo viaggio a 42 anni con una Triumph Tiger 100, un monocilindrico da 500 cc e le sospensioni di una bici, ha deciso, 27 anni dopo, di portare nuovamente a termine l’avventura con una BMW R 80 GS Basic.

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Ted Simon con la sua Triumph Tiger 100 nel deserto, circa 1973

Roberto Parodi ha intervistato Ted Simon domenica scorsa, 17 Aprile, durante un evento all’Arsenale di Verona. Nel confronto “intergenerazionale” tra motociclisti overland ha prevalso l’anima del Ted Simon viaggiatore. La moto, per il padre di tutti i viaggi in moto, altro non è che un mezzo di trasporto, uno strumento utile a osservare e comprendere quanto più possibile i luoghi visitati. E’ utile ricordare che il primo viaggio fu intrapreso da Ted Simon come corrispondente “intorno al mondo” del Sunday Times, lo storico settimanale del Times di Londra. I quattro anni in sella alla Triumph ci regalarono un libro, I Viaggi di Jupiter, che consacrò l’autore nell’Olimpo degli scrittori di viaggio, a pari merito con gente del calibro di Bruce Chatwin e Jon Krakauer.

Ted Simon Daniele Donin

Ted Simon autografa il BMW 1200 GS Adv dell’overlander Daniele Donin

Il secondo giro del mondo, iniziato a 69 anni, aveva lo scopo di riportare Ted Simon nei luoghi narrati quasi trent’anni prima. Ciò che l’autore incontrò fu un mondo profondamente diverso: più affollato, più benestante, certo, ma con villaggi che, un tempo puri, erano ora infestati da giovani gangster che avevano svolto il loro apprendistato nella malavita organizzata delle città.
Una curiosità per noi motociclisti: Ted Simon descrive la sua BMW come troppo grande e pesante per risultare comoda in un lungo viaggio overland. I suoi elogi sono tutti per la Triumph Tiger del primo viaggio, con l’invito a acquistare moto di massimo 500 cc, più che sufficienti per un viaggio intorno al mondo.

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Ted Simon durante il secondo giro del mondo, iniziato nel 2001 con la BMW R 80 GS Basic

Ma se non è la moto che contribuisce a rendere indimenticabile un viaggio, che cosa potrà mai essere? Secondo Ted Simon è l’imprevisto a consentirti di rallentare, osservare, riflettere. Durante il primo viaggio, l’autore fu costretto a trattenersi un giorno in più in uno sperduto villaggio dell’altopiano andino. Dopo avere sbottato per il ritardo nella tabella di marcia, capì che fermarsi a guardare e a scrivere era esattamente lo scopo del suo giro del mondo. Da quel momento, il viaggio prese una piega molto più riflessiva: ogni serata era dedicata a rivivere nella mente ciò che era accaduto durante il giorno, in modo tale da focalizzare solo le situazioni che avrebbero meritato di essere citate nel libro.

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Francesco Veneziani, compagno di avventure di Roberto Parodi, traduce le domande per Ted Simon

Ora, a 85 anni, Ted Simon si è trasferito dalla Central Coast Californiana alla Provenza, nel sud della Francia, dove ospita a casa sua artisti e persone che desiderino scrivere, possibilmente di viaggi e avventure. Quest’iniziativa rientra tra le attività della sua fondazione che si pone l’obiettivo di mettere in luce le bellezze e i fattori positivi dei paesi del mondo trattati dalla stampa in forma denigratoria.
Stringere la mano a Ted Simon, ascoltarne le parole sagge e appassionate ci ha fatto vivere un pomeriggio arricchente e emozionante. Grazie Ted per tutti i tuoi libri e le tue testimonianze, e anche se l’unica due ruote che oggi possiedi è uno scooter… buona strada!

Photo credits: Toto Le Moto, In Wiaggio, Rust and Glory

 

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