Una chiacchierata con Dennis Hopper. Senza alcun filtro

DHopper_cigar_GQ_26may10_b

Intervista di Piers Morgan, pubblicata sulla versione online di GQ UK il 10 Ottobre 2012 (trovi la versione originale qui)

Peso massimo di Hollywood, outsider e artista reinventatosi cento volte: la star di Gioventù Bruciata, Easy Rider e Apocalypse Now ha vissuto una vita straordinaria da entrambi i lati della telecamera. In questa intervista, il carattere di Dennis Hopper emerge con rara nitidezza dopo essere sopravvissuto mezzo secolo sul grande schermo nonostante la strana abitudine di bere due litri di rum al giorno.

Rust and Glory_Dennis Hopper Easy Rider

Dennis Hopper è quella che definirei una vera star del cinema. Ha realizzato più di 60 film in una straordinaria carriera lunga 50 anni, cominciando dall’iconico Gioventù Bruciata con James Dean. A 73 anni, la stella nata in Kansas può vantare parti al fianco di John Wayne, Robert De Niro, Marlon Brando, Marilyn Monroe, Paul Newman, Ava Gardner. Tutti quelli che nomino, lui li conosce, ha recitato con loro, ha combattuto con loro. E ha anche festeggiato con loro – in particolare il suo grande amico Jack Nicholson – prendendo più droghe, bevendo più alcol e scopando più donne di quanto sia umanamente possibile.

Hopper è stato sposato cinque volte, ha quattro figli e non beve e non si droga da 26 anni. È anche un appassionato fotografo, pittore, regista e collezionista d’arte. Vive a Venice Beach, in California. Quindi, tutto sommato, è più che degno dell’epiteto leggenda. Il motivo del nostro incontro è quello di promuovere un nuovo straordinario libro di fotografie intime e dietro le quinte dei film che ha girato durante i suoi primi anni di recitazione. Pubblicato da Taschen, è un enorme volume di 546 pagine, limitato a 1.500 copie. È un libro straordinario, quasi da paparazzo, ma troppo artistico per quel genere. Hopper è chiaramente un uomo di talento.

Non l’avevo mai incontrato, ma nel momento in cui mi è stato chiesto di intervistarlo per GQ, ho sorriso e pensato; «Dio, sarà divertente». E così è stato.

Sembra davvero una vera star del cinema, con quella voce roca che proviene da una vita di eccessi a Hollywood, e la prontezza a rispondere a qualsiasi domanda che gli si rivolga in modo più autentico possibile, perché non gli importa nulla di che cosa la gente pensi di lui.

E se fossi in lui, non mi importerebbe neanche a me. Penserei: «Ho recitato con James Dean, John Wayne e Marlon Brando – pensi che me ne freghi un cazzo di quello che hai da dire?».

Ricordate, questo è l’uomo che ha interpretato Frank Booth, lo sniffatore sadomasochista di Blue Velvet di David Lynch, una parte così inquietante e difficile che persino Steven Berkoff l’aveva respinta, commentando: «Non c’è nulla in quella parte tranne la distruzione».

Grintoso, duro, stanco della battaglia, indignato e ancora infuriato contro gran parte del mondo, Hopper è anche una delle persone più divertenti che abbia mai intervistato.

PM: Come stai, Dennis?

DH: Sto bene, grazie.

Rust and Glory Easy Rider
Sei stato, in un certo senso, il primo vero paparazzo al mondo, vero?

[Scoppia a ridere] Un paparazzo incredibile!

Come rispondi a tale accusa?

Non ho mai fatto soldi con le mie fotografie, quindi non ero un paparazzo troppo bravo, vero?

Nel 1971, hai diretto e recitato in The Last Movie e un dirigente della Universal ti ha detto: «L’arte vale qualcosa solo se sei morto. Faremo soldi con questo film solo se muori, Dennis».  Questo tipo di considerazione riassume l’etica di Hollywood?

Dissi: «Stai parlando con un paranoico e osi dire così!».

L’arte sembra essere stata importante per te tanto quanto i film?

Sai, sono solo un contadino della classe media di Dodge City, Kansas. E ho sempre pensato che la recitazione fosse arte, così come la scrittura, la musica, la pittura e ho cercato di mantenere quest’attitudine nel corso della vita. Non ho mai voluto indossare la cravatta e andare in un ufficio.

Se ti avessero detto che potevi solo recitare, dipingere o scattare foto, quale opzione avresti scelto?

Non avrei mai fatto questa scelta.

E se ti tenessi una pistola alla testa?

Quindi immagino che morirei [ride]. No, guarda, sono principalmente un attore e lo sono sempre stato.

Come ti sentiresti se quel tizio della Universal avesse ragione, e il tuo vero successo commerciale arrivasse dopo la tua morte? Per quale film ti piacerebbe di più essere ricordato?

Non ne ho idea. Il film di cui sono più orgoglioso è Easy Rider. Perché era vero storytelling su ciò che stava succedendo in America in quel momento con la guerra del Vietnam, i disordini razziali e così via.

Hai mai immaginato quando hai creato Easy Rider che ci sarebbe stato un presidente americano nero nella tua vita?

Beh, avevo marciato con Martin Luther King prima di girare quel film. Ma non credo che nessuno di noi in quelle marce avrebbe mai immaginato che sarebbe potuto accadere, no.

Sei stato repubblicano per gran parte della tua vita adulta, eppure hai votato per Barack Obama. Perché?

Sono diventato repubblicano quando Reagan è diventato presidente perché volevo vedere un cambiamento. E ho votato repubblicano fino a Obama. Penso che sia eccezionale. Sono contento di vederlo provare a ripristinare la reputazione dell’America in tutto il mondo.

C’è molto lavoro da fare, ma almeno ci sta provando, parlando con le persone giuste, spiegando i problemi e tentando di risolverli, e sembra che il recupero sia iniziato, quindi speriamo che abbia un effetto positivo.

È corretto un confronto tra Martin Luther King e Obama?

Martin Luther King era un predicatore, non un politico, ed era un tempo diverso.

Obama è meglio istruito.

DHopper_car_GQ_26may10_rex_b
James Dean, com’era?

Come attore, ha completamente cambiato il mio modo di recitare. Pensavo di essere il migliore giovane attore in America, se non nel mondo, quando l’ho incontrato.

Avevo 18 anni, avevo interpretato Shakespeare a San Diego e poi ho incontrato James sul set di Gioventù bruciata. E sapevo che saremmo andati d’accordo alla grande quando mi è stato chiesto di fare un provino a tutte le ragazze sui ruoli principali in sua assenza perché era a New York. Così ho finito per conoscere Jayne Mansfield, Natalie Wood e così via.

Sembra un lavoro estenuante, Dennis …

Sì, ma poi Jimmy (James Dean, NdT) è arrivato, e l’ho visto iniziare a recitare, e mi sono reso conto che era un attore di tutt’altro spessore rispetto a me. Non avevo mai visto nessuno improvvisare così. Ero pieno di idee preconcette su quando fare un gesto, su come interpretare una parte di copione. Mi consideravo un bravo attore shakespeariano. Mentre lui recitava, io controllavo la sceneggiatura e pensavo «Da dove diavolo arrivano queste battute?». Mi ha insegnato alcune cose di base. «Se hai intenzione di farti un drink, bevilo come se fossi nella realtà. Se hai intenzione di fumare, gustati quella sigaretta. Non comportarti come se stessi bevendo o fumando per finta, fallo come lo faresti fuori dal set». È stato un buon consiglio. Mi ha insegnato a vivere il momento, nella realtà, di non riempirmi la testa di idee preconcette, o di anticipare ciò che può o non può accadere.

Quanto era bravo come attore?

Era il migliore che avessi mai visto.

Meglio di Brando, Wayne, Nicholson?

Aveva qualcosa che nessuno degli altri possedeva, aveva la sensibilità di un ballerino: un modo molto creativo di muoversi fisicamente.

Che impatto ha avuto la morte di James Dean su di te?

Credo nel destino. Avevo 19 anni e Jimmy 24. All’epoca ero in un piccolo teatro a Los Angeles, e il mio agente fu chiamato poco prima che il sipario salisse e gli fu riportato cosa si era visto al telegiornale. Tornò e disse: «Qualcosa di terribile è successo, e voglio che tu mi prometta che rimarrai qui a teatro. James Dean è morto». E in quel preciso momento, le luci si sono spente sul palco e un riflettore si è acceso su una singola sedia. E sono andato fuori di testa, e sono corso in strada.

Cosa ti ha insegnato la sua morte?

La vita può essere crudele. Non stava correndo, stava andando a una gara.

Stava andando a 130 chilometri all’ora quando è morto, anche se era stato multato per aver corso a 200 poco prima.

Il tuo stile di vita è diventato piuttosto folle subito dopo la morte di James Dean. C’è un collegamento?

È stato spinto dal desiderio di continuare a migliorare come attore. Jimmy mi ha insegnato quale fosse la vera recitazione del Metodo – che non potevi pensare a come rispondere al campanello, a come prendere una tazza, a come potrebbe suonare la tua voce, a nessuna di quelle cose. Ma molti registi la odiano e vogliono che tu lo faccia nel modo in cui è scritto, quindi crea tensioni.

DHopperJDeanNWood_GQ_26may10_rex_b
Gran parte di Apocalypse Now è stato improvvisata …

Quasi tutta la mia parte.

Avresti potuto farlo se non avessi mai lavorato con Dean?

No. Probabilmente avrei imparato l’improvvisazione da qualcun altro, ma non allo stesso modo.

Hai lavorato con John Wayne, deve essere stato divertente?

Ero come il suo segretario. Se qualcosa fosse andato storto sul set, avrebbe urlato «Dov’è quel rosso di Hopper?». In Il Grinta, è arrivato un giorno sul suo elicottero e ha iniziato a gridare: «Mia figlia è andata ieri all’UCLA e quel comunista Stokely Carmichael ha fatto un discorso usando tutto questo linguaggio che non condivido, e dov’è quel rosso di Hopper, voglio la sua cazzo di testa!». Ma è sempre stato divertente con me, penso che gli piacessi. E i suoi figli erano miei buoni amici. Credeva solo che fossi un comunista.

Lo eri?

Più o meno.

Cioè?

All’epoca ero un socialista piuttosto convinto, diciamo così.

Pensi che John Wayne abbia esercitato una forte influenza in America, visto il suo rabbioso conservatorismo di destra?

Lui ne era certo. Guarda, ha combattuto la battaglia di Iwo Jima, è difficile parlare con un ragazzo del genere.

John Wayne era un bravo attore?

Sì, lo era. Ma mi ha dato alcuni consigli che non hanno mai funzionato. Disse: «Rosso Hopper, spezza quel dialogo a metà, concediti una pausa nel mezzo. Perché così gli spettatori non saranno in grado di staccarsi da te».

Sembra un buon consiglio.

Sì, se sei lui. Nessuno avrebbe distolto l’attenzione da John Wayne, ma avrebbero sicuramente distolto lo sguardo da Dennis Hopper, ed è quello che hanno fatto!

Qual è il peggior film che tu abbia mai fatto, quello a cui riesci a malapena a pensare senza tremare?

Ce ne sono molti, sicuramente quelli girati alle Fiji. Penso che quello che ho realizzato in Germania nei primi anni Ottanta, chiamato White Star, sia stato il peggiore, è stato assolutamente terribile. Non so nemmeno se sia mai stato rilasciato. [Oh sì, Dennis …]

Quando sai che stai lavorando a un flop, come fai a recitare bene?

È strano, cerco sempre di fare il miglior lavoro di recitazione che posso fare nelle circostanze immaginarie della mia posizione lavorativa in un dato momento. Ma è terribile quando sai che sta andando male e lo sai lì, in quel momento. A quel punto devi soltanto provare a fare il migliore lavoro possibile.

** Non hai provato a bere o droghe da più di 25 anni.

DHopper_wine_GQ_26may10_getty_b

Ma devo chiarire alcune cose sul periodo in cui hai fatto entrambe le cose con grande eccesso. **

OK.

Che cosa prendevi in un giorno allora?

Fammi vedere, circa due litri di rum, 28 birre e tre grammi di cocaina.

In un giorno?

Si.

Quanto sei alto?

1 metro e 73.

È tantissimo per una persona esile. Se lo facessi io, morirei. Come sei sopravvissuto?

Oh, non è così difficile come sembra. Se tagli il rum, come facevo una volta, puoi berlo tutto il giorno, nessun problema.

Sì, ma due litri? Lo fai sembrare perfettamente normale, Dennis, ma non lo è.

[Ride] Avevo sete, devi aprirti una birra o due se hai sete. E poi lo mescoli con il succo di mirtillo rosso, che è molto buono per il tuo fegato [ride ad alta voce].

L’alcolismo è una dipendenza. Trovavo ogni scusa del mondo per bere.

Se avessi avuto anche solo un decimo di quello che bevi, non sarei mai stato in grado di lavorare il giorno successivo; perché lo facevi?

Perché sono un attore. E sono sempre arrivato nei tempi previsti e nei limiti del budget, e se qualcuno mi avesse mai detto che avrei rovinato un film con il mio comportamento, mi sarei fermato. Il mio obiettivo principale, il mio unico obiettivo, era realizzare un film eccezionale. E credevo che l’alcol e le droghe aiutassero.

Quale droga ti rendeva più creativo?

Ero un alcolizzato. La gente mi chiedeva quali droghe avessi usato e io dicevo «Oh, un po’ di coca, un po’ di marijuana, ma assumevo droghe per nascondere il fatto che fossi un alcolista». E ridevo perché pensavo di prendere in giro la gente in quel momento. Ma la realtà era che mi stavo distruggendo.

Quando hai pensato: «Non posso più farlo»?

Il giorno in cui fui finalmente incarcerato, e non potevo uscire, e sapevo che sarei rimasto lì a meno che non mi fossi fermato. Quindi mi sono fermato. Era come se mi avessero schiantato a terra con una mazza.

Ti mancano l’alcool e le droghe?

No, per niente. Uso ancora un po’ d’erba, fumo un po’ di cannabis, ma non ho mai più usato droghe pesanti. E non ho bevuto più alcolici da … 26 anni … niente birra, vino, rum, niente.

Non sei mai stato tentato?

No.

Preferisci questo Dennis Hopper a quello ubriaco, pazzo?

Oh, quello di adesso. Sono fortunato ad essere vivo, mi sono messo in situazioni molto pericolose nella mia vita.

Tipo cosa?

Alzarsi la mattina.

DHopper_GQ_26may10_pr_b
Sei stato sposato cinque volte. È stato a causa delle feste continue?

L’industria dello spettacolo rende molto difficile il matrimonio, perché non si sta mai insieme, sei sempre lontano dalla tua famiglia per lunghi periodi di tempo. E poi ti mette su un piedistallo. È molto strano. Sei messo in posizioni in cui puoi avere relazioni con più persone di quante potresti in un normale lavoro.

Quanti matrimoni sono falliti per colpa tua?

Alcuni. Daria, la mia seconda moglie [in realtà Dennis, era la tua terza], sicuramente. L’ho rovinato. Abbiamo una figlia meravigliosa insieme, che ora è incinta del suo primo figlio. Il mio secondo nipote.

Hai mai pensato di arrivare a essere nonno?

Non avrei mai pensato di vedere i 30 anni …

Ti piace avere 73 anni?

Non è la mia età preferita, ma mi piace essere vivo.

Cosa ti dispiace di più di non aver potuto fare ora che una volta riuscivi a fare meglio?

Non essere in grado di mandare lontano una pallina da golf. Ma non mi è mai riuscito in realtà.

Sei bravo a letto?

Penso di essere abbastanza bravo.

Un tecnico esperto?

Un tecnico esperto è l’idea giusta. Mi piace travestirmi da meccanico, con gli occhiali e tutto il resto [ride].

Qual è stato il miglior sesso che tu abbia mai fatto?

Wow … oh mio Dio … tutta la mia vita mi è appena balenata davanti … Sto per morire!

C’era qualche attrice di Hollywood con cui avresti voluto avere una relazione?

Alcune. Mi sarebbe piaciuto avere una relazione con Ava Gardner.

Non ti biasimo, è stata fantastica. Ne avevi la possibilità?

No, purtroppo. C’erano molte attrici sex symbol quando ho firmato per Warner Brothers, come Ava e Lana Turner e Virginia Mayo, Bette Davis.

Chi era la più sexy? Se potessi intrappolarti su un’isola deserta con uno di loro, chi sceglieresti?

Marilyn. È perfetta per un’isola deserta, non trovi?

Decisamente. La conoscevi?

Non proprio, anche se entrambi abbiamo studiato insieme nella stessa scuola di recitazione Lee Strasberg a New York. Ma era molto riservata in classe, non si truccava mai, portava una bandana sui capelli, pantaloni larghi e una felpa. Quindi non ho mai notato la star del cinema che tutti conoscevano. Era molto calma e timida, il tutto era recitazione.

Ti vedi ancora con Jack Nicholson?

Assolutamente. È davvero un tipo speciale. Non è mai andato in TV per promuovere un film, l’unica volta che lo si vede in TV è quando guarda i Lakers giocare. E quando morirà sarà davvero una gran perdita per l’America perché è uno dei suoi grandi narratori. Ha delle virtù oratorie eccezionali.

Adoro il modo in cui Jack Nicholson non si arrabbia mai con i paparazzi o si lamenta dell’invasione della privacy. Di recente è stato fotografato su una barca circondata da ragazze sexy, con una confezione da sei e una scatola di pizza.

Dice sempre che la migliore vendetta è il buon vivere. Jack non cerca di essere Mr. Muscolo o altro. Non ne ha bisogno, ed è per questo che è così grande. È un vero amico, se lo chiami e non risponde, ti richiama immediatamente. Un ragazzo super. Mi chiama Hopps.

Era uno giusto per andare a far festa?

Il migliore. Ha un’energia così meravigliosa, una personalità così grande.

Chi ha attirato più donne quando eravate entrambi al culmine della fama?

Oh, Jack. Ovviamente. Io ne trovavo una, e lui me la rubava.

Chi pensi che siano i migliori attori oggi?

Meryl Streep, sta recitando parti incredibili.

E tra gli uomini?

Il ragazzo con tre nomi.

Daniel Day-Lewis?

No, anche se è eccezionale. Il ragazzo che ha fatto Capote.

Philip Seymour Hoffman?

Si lui. È stato fantastico in quel film di preti che ha fatto recentemente con Meryl.

Javier Bardem è brillante e Penélope Cruz è una grande attrice. E stanno anche insieme.

Joanne Woodward ha detto una volta di te: «Dennis Hopper è un genio, non sono sicura riguardo a che cosa, certamente non recitare, ma è un genio». Commenti?

Me lo ricordo. Ovviamente non pensava che fossi un bravo attore.

Molte persone pensano che tu sia un genio della recitazione.

Ho avuto i miei momenti di grazia.

Suo marito, il compianto Paul Newman, era un altro tuo caro amico.

Assolutamente. In realtà ho frequentato Joanne prima che si sposassero.

Beh, suppongo che se perdessi una donna a causa di un altro, non ne soffrirei troppo se fosse Paul Newman.

Si! Era un ragazzo così normale, non gli piaceva niente di più che lavorare sulle sue macchine e preparare salsa di pomodoro, popcorn e condimenti per insalate. E fare il barbecue. Un vero americano.

DHopper_smoke_GQ_26may10_b
Cosa ne pensi della fama?

Non mi piace proprio. Ti fa voglia di non uscire di casa. Non mi piace essere riconosciuto. È spiacevole.

Ora è peggio con Internet, i programmi TV delle celebrità ecc.

Non uso Internet, e nemmeno Jack. Mi disse: «Sai perché non useremo mai Internet, Hopps? Perché nessuno di noi può digitare alla tastiera!». Ha ragione. Non possiamo. Non ci guardo nemmeno. Sono troppo occupato.

È ancora divertente essere una star del cinema come una volta?

Beh, è cambiato. Gli studi erano soliti gestire e controllare tutto. Ma ora gli attori sono diventati come le azioni in banca. Ci sono circa otto attori che incassano tutto: Jack, Michael Douglas, Brad Pitt, George Clooney, gente così. Quindi ora loro hanno il potere.

Qual è il tuo valore attuale a Hollywood?

Non tanto. Non lavoro più per gli studi.

Sei come Mickey Rourke, hai sempre avuto scontri con gli studi, vero?

Sì. Mickey è un amico e mi dà sempre speranza, anche se si è fatto abbastanza male in The Wrestler … Penso che sia un po’ vecchio per saltare, essere picchiato e tagliarsi con i rasoi.

Pensi di poter ancora vincere un Oscar, anche in questa fase avanzata della tua carriera?

Assolutamente, e anche di fare un film fantastico. Sento che mi è stato costantemente negato il finanziamento per fare del mio meglio. Ho scritto film fantastici che non hanno mai visto la luce del giorno perché sono stato inserito nella lista nera di alcune persone e non sono riuscito a ottenere i soldi. È frustrante.

Che cosa pensi della morte di Michael Jackson?

Lo trovo tragico. Ovviamente Michael stava vivendo un’esperienza che nessuno di noi capisce davvero. Essere abbandonato dai medici. È come essere condannato a morire, o a vivere in uno stato simile alla morte.

Quando pensi a cosa gli è successo, e poi a Elvis, Marilyn e così via, ti ritieni fortunato a essere ancora qui?

Sì, anche se non mi sono mai sentito suicida. Per quanto strano possa sembrare, la maggior parte delle volte mi divertivo molto. Non ho mai voluto uccidermi. Avevo un po’ di intelligenza, non molta. Non ho mai preso pillole con l’alcol e la coca.

Francis Ford Coppola ha detto di te: «Assumo Hopper per il due per cento di brillantezza, non per il 98 per cento di stronzate».

Ottimo! È il modo perfetto per descrivermi.

Hai fatto qualche pubblicità per la TV giapponese, vero?

Sì. Mi hanno fatto sdraiare in una vasca con un’anatra di gomma.

Ricordi quanto ti hanno pagato?

780.000 dollari.

Non ti sei sentito un po’ come Bill Murray in Lost In Translation mentre eri in quella vasca? Forse un po’ imbarazzato?

È difficile quando devi parlare giapponese, sicuramente. Mio Dio! In realtà lo hanno filmato in Irlanda, dove all’epoca stavo girando un film. E ‘stato molto divertente. Mi sono sentito davvero fortunato. L’intera cultura pop-art mi ha curato da qualsiasi tipo di cazzata «Non posso fare pubblicità» come attore.

DHopper_theLastMovie_GQ_26may10_rex_b
Parlando di pop art, ho sentito che hai comprato il primo quadro di Andy Warhol a solo 75 dollari perché era un tuo amico?

Giusto.

Ma poi hai dovuto darlo alla tua prima moglie nel divorzio?

Vero.

Deve esserti pesato.

Non così tanto come il Lichtenstein che ho comprato per 1.100 dollari che ho lasciato a lei, e successivamente è stato venduto per 16 milioni. Non lei in ogni caso. L’ho comprato da Roy per 1,100 dollari, poi l’ha ottenuto con il divorzio e lo ha venduto per 3.000, poi è stato venduto per 6.000, ed è stato proprio chi l’ha comprato a 6.000 a guadagnare 16 milioni. Ho visto la vendita sulla prima pagina di International Herald Tribune, ed ero tipo «Oh cazzo … potrei vivere nel sud della Francia!». Ma va bene, l’arte è così. Ho ancora molta arte fantastica.

La previsione di Warhol secondo cui tutti sarebbero diventati famosi per 15 minuti è diventata realtà, vero?

Non ho ancora fatto uno show televisivo di sopravvivenza, quindi c’è ancora speranza … Non guardo tutte quelle cose della realtà come America’s Got No Talent o qualunque cosa sia …

Fermo, sono un giudice di quello show.

Lo so.

Pensavo di invitarti al provino in realtà. Ti saresti potuto presentare con due litri di rum, 28 birre e tre grammi di cocaina. Questo è vero talento talento …

E magari fare una fotografia … forse sfocata, ma lo stesso una fotografia.

Originariamente pubblicato nel numero di novembre 2009 di British GQ – Photo credits: Rex Features, Getty Images

Commenta con Facebook

Ti potrebbe interessare anche...

Entra nel giro

Ricevi in anteprima le nostre ultime notizie.

Ultimi articoli

La biblioteca Rust and Glory