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Auto Moto d’Epoca 2018 consacra l’investimento d’auto come bene rifugio.

– di Simone Ariot –

Setter irlandesi, giacche di Tweed e profumo di cash. Questo è il contorno di Auto Moto d’Epoca di Padova (25-28 ottobre, fiera di Padova), il più significativo appuntamento europeo sulle auto d’epoca (ma non solo d’epoca) che, anno dopo anno, attira sempre più appassionati. Il contorno abbiamo detto, perché al centro ci sono loro, le auto, illuminate dai flash delle fotografie e dai sogni dei visitatori. Sogni non troppo campati in aria, stando almeno alle quantità d’auto che in questo spazio di incontro tra appassionati vengono vendute. Si assiste al contrattare tra proprietario e acquirente ogni tre per due, avendo la percezione che non siano né autoscoutsubito le piazze che gestiscono (e decidono) lo stato del collezionismo d’auto in Italia. Già, perché tra i numerosi stand e i viali che fanno da interstizio tra loro, sempre colmi d’auto con la scritta “vendo”, troviamo diversi pezzi già presenti in internet e invenduti da mesi o anni. Qui, magicamente, sembrano aver trovato un acquirente. Verità o strategia? Non è dato a sapersi, ma di verità sicuramente si parla quando assistiamo all’asta di Bonhams, case d’aste made in UK, che batte una Ferrari Dino a 520.000 euro (la metà di una simile versione venduta in Belgio) o una Jaguar E-Type a 185.000. Soldi, soldi e ancora tanti soldi. Si parla di euro, ma se dovessimo tornare indietro nel tempo parleremmo di marchi. Già, perché la lingua tedesca è sicuramente l’idioma più diffuso, quasi al pari dell’Italiano (o del Veneto), e questo non può che essere un segno. Se i Tedeschi, freddi, razionali, ricchi e attenti ai giusti investimenti si stanno gettando in massa nell’acquisto di auto d’epoca come bene rifugio, forse qualcosa significherà? Non si vedono infatti meccanici dalle mani sporche di grasso o giovani con gli Invicta pieni di dépliant. Notiamo piuttosto molte signore ricoperte di cachemire, anche loro spesso interessate alle quattro ruote. Quali? Porsche principalmente, perché qui ce ne sono proprio tante. In fiera a Padova le auto di Zuffenhausen sono più che le Punto che si vedono parcheggiate nella città patavina. Tante, forse troppe, per quanto siano sempre bellissime. Restaurate, conservate, incidentate. Ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche. Fa comunque specie vedere quanto i prezzi di questi modelli siano lievitati in pochi anni, con 911 degli anni 70 che sfiorano i 200.000 euro, e alcune 912 (solo dieci anni fa considerate quasi delle non Porsche e acquistabili con meno di 7-8.000) oggi in vendita a 75.000.  Ma tra un dankeschön e un yawohl abbiamo sentito anche molti “qui sono tutti impazziti”, commentando  proposte piuttosto discutibili, come le Alfa 75 dotate di  modesti 1.6 in vendita a 15.000 euro quando nei primi anni 2000’ venivano rottamate insieme alle tante Fiat 500 (che faticano a superare i  7-8.000 di quotazione). Padova però regala emozioni per tutti, e in tutte le latitudini. Molte Porsche abbiamo detto, e non meno tedesche in generale, ma non mancano le auto americane, inglesi, francesi e, soprattutto, italiane. Maserati, Ferrari (moltissime), Lamborghini, Alfa Romeo, Lancia, alcune rappresentate anche nel padiglione dedicato ai club (c’è poi quello dell’editoria e dei ricambi). Una critica? Beh…le moto erano praticamente inesistenti. Qualche Bmw R80 (assegno circolare nel mercato moto d’epoca, qualche Vespa, e poco altro. In tutto, saranno state al massimo una ventina, non di più. Tanto vale togliere quella scritta (auto moto d’epoca), per non illudere gli appassionati delle due ruote. La vera notizia di questa fiera, però, è la consacrazione delle Youngtimer, auto non ancora d’epoca dal punto di vista fiscale, auto che in alcuni casi non hanno nemmeno 20 anni, ma molto diffuse. Vogliamo però togliere l’illusione a chi in garage tiene ancora la vecchia Regata del nonno. Le Youngtimer che interessano sono modelli potenti, in edizione limitata e fanno sognare come facevano sognare un tempo. La vendita di una Clio quindi non vi arricchirà, ma se fosse una Williams…

Photo credits: Auto Moto d’Epoca

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