WAW Vintage Rally, The Race of the Lords, El Rollo Flat Track. E quel Villaggio dove il tempo pare essersi fermato, dove bellezza coincide con stravaganza e le moto si avviano, da quasi un secolo, con un colpo ben assestato.
Rieccomi al Wheels and Waves – Biarritz per la quarta volta nella mia vita: un parco dei divertimenti per adulti, un labirinto del Paese delle Meraviglie dove Alice è una vecchia Norton e il Bianconiglio quell’indian sbarcata in Normandia e rimasta a Perugia per i successivi settant’anni: una storia vera che racconterò tra qualche riga.
Rieccomi al Wheels and Waves contornato da vecchi amici, pungolato dai nuovi del «Rust and Glory è una figata ma non sapevamo che ci fossi tu dietro», stimolato in inglese, bistrattato in francese, abbracciato in italiano perché la differenza tra “grazie”, “gracias” e “merci” si confonde nella schiuma dell’ennesima birra, nel boato di una cafe racer del 59 Club, nell’avviamento decompresso-e-pur-impossibile di quell’enduraccia anni ’70 che, nonostante le caviglie azzoppate, continuiamo a amare come nostra moglie la prima notte di nozze.
Benvenuto Pier al Wheels and Waves: il melting pot della controcultura motociclistica, ché se all’1% non vogliamo appartenere, tantomeno ci sentiamo parte del 90%: la stragrande maggioranza dei motociclisti con le radioline all’orecchio, le giacche rifrangenti e le moto digitali. Noi siamo il rimanente 9%: quelli delle special, delle scrambler costruite in garage, dei carburatori da mettere a punto. Della musica rock, dello skateboard e del surf.
Il Villaggio
Nei cinque giorni del Wheels and Waves, il Villaggio è il centro del mondo: si incontrano i vecchi amici, si beve qualcosa insieme, si addenta un hamburger in compagnia degli ospiti d’onore della manifestazione come Steve Caballero, Mike Wolf e Richard Hammond. Al villaggio si acquista il pezzo vintage che mancava al nostro guardaroba, si provano le Triumph, le Royal Enfield, le nuove Indian per poi scoprire che una modern classic potremmo anche comprarla.
Il Villaggio occupa il grande prato de’ La Cité de l’Océan di Biarritz, un importante museo dedicato alla vita marina, e si estende per varie centinaia di metri tra la costruzione principale e le acque dell’Atlantico francese. Al Villaggio si guardano vecchi film come a un cinema all’aperto, si ascoltano i concerti ma, soprattutto, si ammirano moto di ogni epoca, marchio e forgia: dalle Harley Davidson degli anni ’30 ai bolidi preparati per il quarto di miglio, ai mezzi da rally raid che, abbandonate le competizioni nei deserti africani, trovano una seconda vita al servizio d’instancabili rider giramondo. E quelle giacche Filson degi anni ’60, i Levi’s della linea Vintage Clothing, le camicie dell’esercito francese personalizzate in stile skate-punk e i maglioni originali Indian degli anni ’50. Al Villaggio c’è da perdere la testa, da innamorarsi a prima vista di una due ruote dal valore a sei cifre, da vanificare i compensi di decenni di fatiche.
Tornando agli ospiti d’onore, i miei applausi sono per la leggenda dello skateboard Steve Caballero: gentile con tutti, sempre incline a una chiacchierata, motociclista non-poseur ma per davvero dal momento che compete sia nel WAW Vintage Rally che in varie manche di El Rollo, la gara di flat track. Da quando Steve partecipò per la prima volta al Wheels and Waves nel 2017, è presente al Villaggio una half-pipe su cui skater dai 9 ai 70 anni si sfidano tutto il giorno per stile e prodezze.
Punk’s Peak Sprint Race
Me la perdo. Quest’anno si tiene il primo giorno della manifestazione, il mercoledì mattina, e sto ancora percorrendo gli infiniti chilometri che separano la Provenza dalla Costa Basca. Ne parlo nel reportage del 2016 e in quello del 2017, edizioni entrambe cariche di sorprese. Rileggilo e sogna perché, se non hai ancora montato il NOS alla tua R100 R, sei perfettamente in tempo per il 2024.
The Race of The Lords e WAW Vintage Rally
Il giovedì è la giornata della terra, della sabbia e dei parafanghi alti. A Magescq, verso nord, è il Bud Racing Training Camp a ospitare The Race of The Lords e WAW Vintage Rally. La prima, ispirata alle competizioni in cui si cimentavano i soldati durante la Seconda Guerra Mondiale, è una gara su sabbia uno-contro-uno per moto degli anni ’30 e ’40, nella quale la virata a metà percorso e l’uso del cambio – nella maggior parte dei casi una leva-a-mano a sinistra del serbatoio – determinano il risultato di ciascuna manche. Serve abilità, sangue freddo e una buona dose di fortuna per consentire a meccaniche di quasi cent’anni d’ingranare correttamente le une con le altre evitando di ridurre il motore a “sfollato” o “sotto coppia”.
Più simile ai canoni dei motociclisti borghesi è il WAW Vintage Rally, dal momento che le gare di “Regolarità Gruppo 5” a cui partecipano le moto da fuoristrada classiche sono piuttosto diffuse in Italia e in tutta Europa. Il Vintage Rally, però, fatica a mascherare la faccia goliardico-chic del Wheels and Waves dove gentiluomini in Rickman Metisse come Regis Guyot sgomitano con barbuti in hawaiiana e Honda XR, e giovani promesse del motocross superano… sopra (non a destra né a sinistra ma saltando più in alto) gli enduristi della domenica con le moto lucide di lancia e di spugna. Insomma, il WAW Vintage Rally è il Carnevale di Venezia dei motocilisti, e spero davvero di trovarmi io stesso alla linea di partenza della prossima edizione italiana.
El Rollo Flat Track
Il flat track è la disciplina che meglio rappresenta lo spirito del Wheels and Waves e la passione degli organizzatori per la motorcycle culture d’oltreoceano. Fin dai primi anni ’60, piloti del calibro di Malcom Smith e Mert Lawwill si sono sfidati in lunghissime accelerazioni di traverso sull’ovale in terra battuta. La moto prescelta? L’Harley Davidson XR750 è la regina di questa disciplina.
A El Rollo competono varie categorie: dalle pesanti Harley Davidson e Indian di The Race of The Lords, alle Triumph, BSA e già citate XR750 degli anni ’60 e ’70, a bolidi più o meno contemporanei, alcuni dei quali anche a motore elettrico. Sull’anello polveroso dell’ippodromo di San Sebastian assisto a sfide degne di On Any Sunday, con il decano del flat track francese Dimitri Coste – in outfit rosa per l’occasione e sostenuto da Persol – che non concede un centimetro di vantaggio ai propri avversari.
Artride Exhibition
Quest’anno è lo skatepark di Biarritz, una grande struttura indoor vanto della cittadina basca, a ospitare la mostra dove moto, surf e skate si fondono in forme artistiche sperimentali e dall’impatto quasi scioccante. Le moto dell’Artride sono le special più belle e preziose e le classiche più rare, come l’Indian che sbarcò in Normandia, passò il confine con l’Italia e visse settant’anni di regolare utilizzo a Perugia in mano a due soli proprietari. La osservo e la sfioro con le dita, e in quel momento spero che la mia vita me ne riservi una, in futuro, magari targata Vicenza, così da poterla custodire fino a trasmetterla a un altro consapevole, nostalgico, folle appassionato. L’Indian mi rapisce il cuore ma vale la pena ricordare anche le tante BMW, Harley Davidson e Triumph presenti, e anche un paio di Egli Vincent il cui valore di scambio non scenderà mai sotto le sei cifre. Degni di nota, al vernissage del giovedì sera, anche i bravi The Smart Hobos per un rockabilly di qualità improvvisato al di sopra di un murales di Telespalla Bob. So di essere enigmatico ma trovate la foto nella gallery. E lo spettacolo di urban trial, in cui un daredavil dal look surfistico alterna una Triumph degli anni ’60 all’ultima diavoleria elettrica. La Triumph vince per stile ma il ninnolo elettrico consente al pilota degli stunt inimmaginabili, come dei backloop effettuati quasi da fermo.
L’eredità di Bruce Brown
So che se Bruce Brown è conosciuto in Italia è in buona parte grazie a Rust and Glory. Questo perché, oltre a essere stato un grande documentarista, era un amico che visitavo regolarmente quando mi trovavo in California. Posso tranquillamente affermare che, se Rust and Glory esiste, è soprattutto grazie al film On Any Sunday e che, per questo, a Bruce devo tantissimo. Proprio On Any Sunday è proiettato il sabato notte al Villaggio e io che non l’ho mai visto al cinema (è uscito nel 1971) gioisco e mi emoziono come poche altre volte nella vita. Il venerdì è l’occasione per rivedere The Endless Summer, scritto e diretto anch’esso da Bruce Brown: un lungometraggio animato dall’elegante spavalderia di alcuni surfisti degli anni ’60 in viaggio intorno al mondo, e dalla calma e leggerezza della narrazione di Bruce. L’idea di proiettare i due capolavori del regista californiano è del tutto in linea con lo spirito del festival: un altro esempio di come il Wheels and Waves sia il luogo per la divulgazione di uno stile che non conosce, e soprattutto non teme, il passare delle mode.
Wheels and Waves Italia
Sarò presente al Lido di Camaiore e spero di incontrarvi al Villaggio o nel fettucciato, sotto il palco dei concerti o ai truck dello street food. Preparate le moto e programmate un fine settimana lungo perché sarà un’occasione imperdibile per ritrovarci prima di Biarritz 2024. L’Artride si aprirà giovedì 5 ottobre mentre WAW Vintage Rally, El Rollo e The Race of the Lords si terranno rispettivamente venerdì 6, sabato 7 e domenica 8. Sarete poi voi a valutare se affrontare, nel 2024, tutti i chilometri che ci separano dall’edizione francese. Per quanto mi riguarda, non c’è il benché minimo dubbio.
Pier Francesco Verlato
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