Honda CBX by Herencia Custom Garage. Muscoli e cervello

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La Honda CBX è figlia dell’epoca delle Muscle Bike. Tra gli anni ’70 e i primi ’80, più cilindri aveva una moto – più la potenza e la brutalità – più era considerata appetibile dagli anti-freak votati all’officina dal lunedì al venerdì e alle corse – legali o no – il sabato e la domenica. La CBX era la regina di questo genere di moto: l’unica 6 cilindri sportiva che abbia veramente avuto un seguito apprezzabile. Il motore sviluppava 105 cv, allora l’aspirazione massima per il motociclista esperto.

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Herencia Custom Garage è il regno di Federico Bonomi, imprenditore e preparatore argentino che ha votato la sua vita alla moda e ai motori. Con lui collaborano German Karp e Federico Lozada, coloro che hanno progettato e costruito questa (quasi) moderna streetfighter. “Dopo aver parlato con amici che in passato possedevano la CBX”, ci spiega Fede, “abbiamo capito che niente in questa moto è all’altezza del motore. È proprio su tutto il resto che siamo dovuti intervenire”.

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Chiaramente Fede si riferisce al telaio “che flette un po’ troppo”, ai freni sottodimensionati, alle sospensioni inadeguate e alle geometrie più da passeggio che da piega.
All’avantreno, il lavoro è stato facile con la sostituzione in blocco di forcella e impianto frenante con quelli di una Yamaha Fazer8. Al posteriore, il progetto ha richiesto un impegno completamente diverso e un numero incalcolabile di ore di manodopera.

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Il forcellone è stato infatti accorciato di 16 cm, con tutto ciò a cui una modifica così invasiva si accompagna: dalla sostituzione della parte posteriore del telaio con un elemento speciale realizzato ad hoc, alla costruzione di nuove sedi per il monoammortizzatore posteriore, ora regolabile su due diverse altezze. Una serie di rinforzi sono stati applicati al telaio, così come nuovi supporti per il pesante blocco motore. Lo scopo del progetto, ampiamente raggiunto dai due costruttori, era quello di aumentare la rigidità della struttura, ora notevolmente più corta e nervosa.

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Il motore, smontato e revisionato in tutti i particolari, trova il pane per i suoi denti nei 6 nuovi carburatori Keihin CR, semplicemente perché “quelli vecchi avevano più di 30 anni”. L’impianto di scarico 6 in 6 con saldature e curvature degne di un progettista Bugatti è stato un capriccio dell’attuale proprietario e, come sottolinea Fede, una delle parti più difficili da realizzare.
La strumentazione e i comandi sono ora ridotti all’essenziale per donare alla moto un fascino ancora più brutale. La batteria è al litio e di misura ridotta rispetto all’originale.

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Giù il cappello per il fatto di avere mantenuto il fanale posteriore – uno dei punti di forza del design originale della CBX – e per la scelta dei colori: rosso, nero e oro, molto 70s e certamente apprezzata dagli appassionati del marchio. Herencia dimostra come sempre un gusto particolare e aggressivo, peccato che Federico Bonomi & Co. siano dall’altra parte del mondo ma noi li aspettiamo, come ogni anno, al Wheels and Waves.

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