Desiderio di esplorare, di evadere. O bisogno di dimenticare se preferiamo. Matias e Joel hanno cavalcato in sella alle loro BMW R 80 G/S per decine di migliaia di chilometri da Broohlyn (New York) a Ushuaia (Argentina) come in un esilio auto-imposto o in una fuga che a trent’anni sa tanto di rimettiamo insieme i pezzi, perché la nostra vita ci piace ma quest’avventura può aiutarci a ritrovare il cammino. Avevo già raccontato Two Wheels South nel 2017, in corrispondenza con Matias prima dal Brasile e poi dall’Argentina. Mi aveva trasmesso le foto e io avevo pubblicato questo pezzo. Ora che il libro, intitolato proprio Two Wheels South è uscito, un volume capolavoro edito da Gestalten, è ora di riprendere in mano la vicenda e capire quale eredità culturale i due amici ci lascino in dote.
La morte improvvisa di Sol, sorella di Matias, è stato come tirare il grilletto di un fucile già carico: la voglia di intraprendere il viaggio c’era già, una pianificazione più di fantasia che di analisi e scrittura albergava da tempo nella mente dei due amici. Ma pare che proprio Sol, a cui il viaggio è dedicato, abbia suggerito dal cielo al fratello: vai, parti, goditi il viaggio e goditi la vita, tu che di vita ne hai ancora.
Lasciatemi sottolineare che le testimonianze di Matias contenute nel libro sono bellissime e fortemente intimistiche. Pur trattandosi di pagine fotografiche, i testi sono degni della letteratura di viaggio più blasonata: da Ted Simon a Robert Pirsig, oltre che a Helge Pedersen e al suo “10 years on 2 wheels”. Il risultato è che si può decidere, a seconda di come ci si senta e del tempo a disposizione, di leggerlo come un saggio o sfogliarlo come un album di fotografie. Un riferimento obbligato quanto a stile e narrazione è anche quello ai grandi alpinisti, Walter Bonatti in primis, con la differenza che il viaggio, invece che svilupparsi in verticale, assume una dimensione overland e transnazionale.
Il libro, che a tratti diventa una guida per motociclisti che intendano cimentarsi sulle grandi distanze in terre poco battute, contempla qualunque informazione possa essere utile al viaggiatore: dalla scelta de mezzo, alla preparazione dello stesso, all’abbigliamento, all’attrezzatura tecnologica che consenta di raccontare la quotidianità ovunque ci si trovi. E poi una descrizione dettagliata dei luoghi attraversati, divisi per paese o area geografica, le facce incontrate e gli abbracci scambiati.
Le difficoltà, dalle piccole rotture ad un incidente verso la fine del viaggio, sono raccontate con toni fortemente personali e suggestioni dal profondo dell’anima. Il ricordo di Sol emerge vivido nei lunghi tratti percorsi ogni giorno, aggiungendo amorevole nostalgia alla solennità dei luoghi attraversati. Perché l’evasione non è soltanto gioia e i motociclisti overland conoscono il sapore delle lacrime che, alle volte, solcano il viso dietro la visiera. Sanno anche che il viaggio come metafora della vita è imperfetto per definizione, e che proprio le difficoltà sono destinate a divenire memorie e sorrisi indelebili per tutti gli anni a venire.
Pier Francesco Verlato
Photo credits: Gestalten, Two Wheels South
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