Triumph Bonneville by North-East Custom: il gioiello di Nord-est.

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Quando cresci in una città di straordinaria bellezza, dove Galileo insegnò all’Università e Giotto realizzò alcuni dei suoi dipinti più belli, non puoi non avere nel sangue la passione per il creare. Per i due fratelli Diego e Riki Coppiello, questa energia creativa è stata rivolta ai motori fin dalla giovane età. Così, mentre erano all’università, decisero di fondare North East Custom a Padova, dove combinarono i loro talenti per dare vita a motociclette speciali dalle linee semplici e pulite, come questa Triumph Bonneville del 2007.

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“Quando la Bonnie giunse nel nostro garage eravamo sicuri che si trattasse per noi di una grande opportunità. Customizzare una moto iconica come la Triumph più famosa rappresentava senza dubbio una bella sfida”. Il punto forte del design di questa moto è l’accento posto su tutte le parti metalliche a scapito delle plastiche. Ovviamente, l’elemento che salta più all’occhio è il serbatoio lavorato in una maniera tanto particolare da lasciare presenti addirittura i segni della sabbiatura. Il logo Triumph è stato posizionato prima dell’ultima verniciatura in modo da proteggerlo dal trascorrere del tempo. Il telaio posteriore è stato tagliato e ospita ora un gruppo ottico minimalista e il logo dei North East. La sensazione è di una moto grezza, selvaggia eppure elegante nelle linee e nei dettagli.

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Se la qualità di una moto, cafe racer o di serie, si nota dalla cura dei particolari, Diego e Riki hanno fatto un lavoro da maestro, rivedendo ogni singolo dettaglio della moto in modo tale da armonizzarlo con l’estetica imposta dalla lavorazione così particolare del serbatoio.
Il motore è la zona nella quale si realizza la discontinuità estetica del mezzo a favore di un colpo d’occhio fenomenale. Il colore nero di carter e gruppo termico sposta l’attenzione verso il baricentro della moto, rendendolo anche, insieme al serbatoio, il vero focus dello sguardo dell’osservatore.

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Le luci e i comandi sono stati pensati per essere il più semplici e minimalisti possibili. Il faro anteriore è più piccolo di quello di serie, mentre la luce posteriore è formata da una striscia di LED. Il manubrio è in stile Tracker e le manopole in pelle di canguro. Le leve dei freni incontrano perfettamente l’estetica del mezzo. I comandi sono stati ridotti in favore di un’unità in stile vintage e lo strumento è il diffuso Motogadget analogico.

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Il motore è di serie per quanto riguarda il gruppo termico ma, per aggiungere un po’ di brio ai bassi regimi, i carburatori originali sono stati rimossi in favore dei Keihin FCR 39mm, molto diffusi tra le Triumph degli anni 2000. Una qualità dei carburatori after-market è l’infinita possibilità di regolazione e scelta dei getti in modo tale da adeguare il comportamento della moto a quanto richiesto dal pilota e alle condizioni atmosferiche. Ciò che però attira l’attenzione è lo scarico di acciaio inossidabile realizzato a mano direttamente da Diego e Riki. “Ti posso assicurare che non è per nulla silenzioso. Ma chissenefrega! Moto così sono fatte per essere notate”, puntualizzano i ragazzi.

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Per sfruttare al meglio le nuove prestazioni della Bonnie, si è pensato di adeguare la ciclistica al comportamento del motore, modificando la forcella anteriore con un kit fornito da Bitubo. Ma ciò che ha richiesto il maggiore investimento sono gli ammortizzatori posteriori, sempre Bitubo, con riserva esterna di azoto e infinite possibilità di regolazione di altezza, rigidità, compressione e ritorno. I freni sono stati potenziati a loro volta con componenti Pretech.

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I cerchioni sono neri, e un set di gomme Bridgestone dual sport è stato montato per far fronte ad ogni esigenza e condizione di viaggio. Diego e Riki hanno il mezzo perfetto per muoversi in tranquillità tra le stradine di Padova tra le quali è difficile che non trovino l’ispirazione per le loro prossime creazioni. Ma se incautamente si gira l’acceleratore…

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Photo credits: Fragment – Inspiration via Pipeburn

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