Testi di Pier Francesco Verlato
Immagini di William Claxton per Demont Photo Management
Correva il 2004 , ero fresco di laurea e nutrivo già da parecchio tempo – probabilmente dalla culla – un’insaziabile passione per le moto di carattere a cui, nel tempo, si era aggiunta quella per Steve McQueen. Lo adoravo e… lo emulavo per quanto possibile: giubbotti di pelle, jeans Levi’s 510 (erano anche gli anni degli Strokes) magliette bianche fustigate dallo smog di Milano quando in città si girava ancora con il due tempi.
Non ricordo dove, se alla libreria della Triennale o alle Messaggerie, comprai nella stessa occasione la biografia ‘McQueen’ scritta da Christopher Sandford e il libro fotografico ‘Steve McQueen by William Claxton’. Nei tre giorni successivi rimasi a casa, totalmente assorto in quelle letture in quelle immagini delle quali avrei voluto essere parte anch’io, fossi stato anche solo un pixel (parola all’epoca sconosciuta) in una di quelle scene da sogno.
Della biografia vi parlerò un’altra volta, magari focalizzandomi sulle follie figlie del tempo perché, nel secolo breve, tutto era concesso. Oggi, mi concentrerò sull’opera fotografica di Bill Claxton, un artista famoso più per aver reso eterna l’epopea del jazz di midcentury che come ritrattista delle star di Hollywood. Eppure, nessuno come lui fu in grado di consegnare alla storia gli occhi di ghiaccio di McQueen, quello sguardo leggendario da cui traspariva l’eterna e sfiancante battaglia tra l’allucinazione e la disperazione, tra la concentrazione e l’euforia.
Claxton fotografò McQueen negli anni migliori, vale a dire tra il ’61 e il ’64: l’attore era già famoso e ricco, girava in Jaguar XKSS e Ferrari, e trascorreva le domeniche lanciandosi nel deserto del Mohave sulla Triumph TR6 preparata da quel geniaccio di Bud Ekins. Aveva poco più di trent’anni, una vita familiare stabile al fianco della magnifica Neile Adams e dei figli Terry e Chad, e un consumo di sostanze stupefacenti che pareva limitarsi alla marijuana. Gli anni peggiori, quelli di Le Mans e di Ali MacGraw, erano ancora lontani ed ecco che le immagini di Bill Claxton danno l’idea di un uomo che, dopo una vita di sofferenze e di tentativi strampalati – dal fuorilegge al marine, dal ciabattino al runner nei bordelli, per citare solo alcuni dei lavori che gli avevano permesso di sbarcare il lunario fino ai 26 anni – si era finalmente creato una dimensione di serenità personale e matrimoniale. Scappatelle sul set a parte, si intende, perché non ci fu coprotagonista che non si innamorò di McQueen e perché, all’epoca, si poteva anche chiudere un occhio. Queste sono alcune delle immagini che trovate nel libro. Regalatevelo – a trovarlo – perché c’è tanto da apprezzare. E, per gli uomini, qualcosa da imparare su come vestirsi.
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