Nel 1974, uno scrittore sconosciuto di nome Robert M. Pirsig pubblicò il libro “Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, proprio quando il movimento della controcultura era al suo apice. Saggio, romanzo o guida filosofica, l’opera di Pirsig è divenuta un successo commerciale e di critica, vendendo milioni di copie solo nel primo anno di pubblicazione.
Lo scorso lunedì, Pirsig, 88 anni, è morto nella sua casa a South Berwick, in Maine. Nei prossimi giorni molti adolescenti di un tempo che fu saranno felici di riaprire le proprie copie del libro di Pirsig, sopravvissute ai decenni e pesantemente sottolineate, e di riscoprire la gioia che accompagnava la lettura di qualcosa di così personale eppure universale. Qualsiasi giovane outsider è stato immediatamente attratto da questo uomo e dal suo sconcertante, spesso sviante pensiero.
La trama del libro è semplice: un viaggio in moto che nel 1968 Pirsig ha intrapreso con il figlio e due amici. I classici elementi di viaggio americani sono intervallati da riflessioni filosofiche, raccontate in prima persona. Il narratore di Pirsig è il suo alter-ego Fedro che trova profonda soddisfazione nell’attenta manutenzione e nelle riparazioni della vecchia moto che ha scelto per il viaggio. Il libro in questione è un pentolone di influenze diverse: il Buddismo, il classico racconto di viaggio on the road (pensiamo a Jack Kerouac) e alcuni dialoghi di ispirazione Platonica che si annunciano forti e chiari. Fedro / Pirsig utilizza il viaggio come un’opportunità per riconciliare gli ethos anti-industriali del movimento controculturale degli anni ’60 con l’inevitabilità del progresso tecnologico. Inoltre razionalizza le sue profonde contraddizioni attraverso il Buddismo Zen. In molti modi, il libro di Pirsig è un tentativo di fare pace con sé stesso. L’autore, difatti, fu diagnosticato schizofrenico nei primi anni ’60. In un momento difficile brandì una pistola davanti a sua moglie, e subì diversi cicli di elettroshock.
43 anni dopo l’uscita del romanzo, i temi del bestseller di Pirsig sono ancora di grande fascino per il pubblico, soprattutto per gli inguaribili romantici delle moto e per coloro che vivono quotidianamente contraddizioni a cui non sanno dare spiegazione. Le ristampe del libro, la sua fanbase fedele e appassionata, gli innumerevoli viaggi pseudo-spirituali ispirati al pensiero di Pirsig indicano chiaramente l’attualità della sua opera.
La motocicletta, per Pirsig ha un forte significato filosofico: ci insegna che la pazienza è una virtù, che la buona volontà determina il risultato e che se qualcosa di brutto deve accadere, accade. È facile capire perché, in tempi turbolenti e complessi come quelli che stiamo vivendo, questi semplici aforismi sembrano avere una sorta di verità platonica, anche per chi adolescente non lo è più da tempo.
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