Land Rover Defender 2019. Tanta ragione, poco sentimento

Sono Landista dal 1988 quando comprai il mio primo Land Rover 88. Era un catorcio importato dall’Australia, suppongo, con guida a destra. Questo “trattore” ha trainato e rimorchiato di tutto in barba ai fossi, ai rovi e a ogni tipo di disagio. Poi ha ceduto il telaio ed allora ho cercato e comprato un altro 88 immatricolata a Marzo 1973. Nel 2001 ho comprato un Discovery Td5 con il quale ho ripreso parzialmente i lavori pesanti: mai un problema. Purtroppo i tempi passano e il mercato si deve adeguare alle esigenze di una società in continua evoluzione. Io… preferisco restare tradizionalista con il mio concetto Land Rover impresso nella mente ma soprattutto nel cuore.

Gianvito, lettore Rust and Glory

We love you, Series e Defender

È dal 1947 che sogniamo il Defender. Grezzo, squadrato, scomodo, eppure bellissimo. Prima si chiamava Land Rover Series. Series “One”, “Series Two” e “Series Three”, rimasti in produzione per una vita ciascuno, dal 1947 alla fine degli anni ’80. Poi l’evoluzione: qualche miglioria al motore – quei muli diesel aspirati o compressi a mo’ di mezzo da lavoro – una nuova e più attuale fanaleria e poco altro. Rimanevano il telaio a longheroni, la scocca in alluminio che fa clac ogni volta che chiudi la portiera, e comodità zero o vicine allo zero anche nelle ultime versioni. A noi piace così, tanto che andiamo tuti i giorni a spasso con un vecchio Land Rover, ma evidentemente non siamo gli unici: la leggenda narra che due su tre Series e Defender prodotti siano ancora in circolazione in qualche angolo del mondo; e che la prima volta che un bambino veda un’auto questa sia, con buona probabilità, un Land Rover. Eppure il tanto amato Defender, la cui produzione è cessata a Dicembre 2016, appena prima dei festeggiamenti per i settant’anni della casa madre, rappresentava già un anacronismo: si trattava di un’auto pesante, poco economica a livello di produzione e di gestione, a detta di alcuni poco sicura ma soprattutto molto scomoda a causa della vicinanza esagerata delle sedute alle portiere e della posizione di volante e pedaliera. Sono passati quasi tre anni da quell’ultimo mitico fuoristrada uscito dalla linea di montaggio a Solihull e tante ne abbiamo sentite nel frattempo riguardo al “Defender 2019”. Le riviste specializzate avevano anche svelato qualche prototipo.

Il Defender 2019

In primo luogo, l’auto presentata a Francoforte la settimana scorsa non è un Defender. Almeno come noi lo conosciamo da tanti anni, e per come pensavamo che dovesse essere un “nuovo” Defender. Si tratta piuttosto di un SUV costruito secondo canoni tecnici e estetici assolutamente contemporanei, dotato di una componentistica di altissimo livello e, potete starne certi, di capacità fuoristradistiche fuori dal comune. Sorvolando sulla questione tecnologica che è quella che ci interessa meno, ci concentriamo sull’essenza, su ciò che guardiamo da appassionati di auto 4×4: gli angoli di attacco e di uscita trasmettono l’idea di un mezzo pronto ad affrontare qualunque terreno; manca il telaio autoportante, il marchio di fabbrica storico della casa ma, come ci suggeriscono da Land Rover, la nuova carrozzeria è tre volte più resistente di qualunque altra scocca dei più blasonati SUV di casa. Se siete mai saliti su un Range Rover post 2002, c’è da aspettarsi che il nuovo Defender sia un carrarmato. A proposito, il tetto sopporta fino a 300 chili di peso.

L’estetica e l’evoluzione Land Rover

Qualche giorno fa, abbiamo lanciato tramite la nostra pagina Facebook un piccolo sondaggio sul Defender 2019: le numerose risposte andavano dal disprezzo più profondo all’amore più travolgente. A giocare un ruolo fondamentale nei giudizi è stata senza dubbio l’estetica. Rispetto al Defender pre-2017, il nuovo, pur mantenendo una certa “squadratura” delle linee nella visione d’insieme, presenta angoli arrotondati e paraurti imponenti, come i canoni estetici d’oggigiorno impongono. Sono spariti i rivetti a vista che avevano da sempre caratterizzato la scocca dei modelli Land Rover da lavoro. In alcuni commenti sulla nostra pagina Facebook e su quelle di altre testate d’oltreoceano, i più refrattari al cambiamento hanno definito il nuovo Defender un “fuoristrada da città”, una “soccer mom car” (l’auto dello stereotipo di mamma americana che porta i figli all’allenamento di calcio), una “macchina da fighetti” che “tradisce lo spirito originale”. Probabilmente meno puristi e più ragazzi “alternative chic” acquisteranno da subito il nuovo Defender per farsi vedere al bar dagli amici, o a Courmayeur e Cortina. Tanti altri, dopo aver inizialmente storto il naso, si lasceranno convincere dalla qualità del mezzo, dalla sua inedita comodità e dall’efficacia nei percorsi accidentati. Altri ancora lasceranno perdere e si dedicheranno al restauro del loro amato “Series” o “Defender”, godendo della rozzezza di quei mezzi così autentici e – fattore non trascurabile – di un più che probabile aumento di valore storico e economico.

I motori e gli allestimenti

Propulsori Diesel da 200 cv e benzina-elettrici fino a 400 cv. A partire dal 2020, anche una versione hybrid plug-in. Abbinati a un cambio automatico di nuova generazione, questi motori trasformano il nuovo Defender in un SUV ultraveloce e in un fuoristrada capace di districarsi virtualmente in ogni situazione. Non vale la pena spendere una parola in più per sottolineare quanto il Defender 2019 sia differente dal… Defender che, al massimo delle sue capacità motoristiche, poteva contare su 122 cv (lasciamo perdere i V8 e le versioni speciali i cui numeri sul totale sono irrisori). Quanto agli allestimenti, si parla di quattro Accessory Pack distinti – Explorer, Adventure, Country e Urban – e di oltre 170 elementi per una personalizzazione spinta dell’estetica e degli interni. Sono disponibili anche sospensioni ad aria, certamente più efficaci nella guida fuoristrada ma, se qualcosa dovesse succedere, il vecchio schema a molle elicoidali ci riporterebbe certamente a casa. Questo, per fortuna, dovrebbe essere disponibile senza ulteriori esborsi.

I nuovi eroi

Brooklyn Coachworks, Cool & Vintage e – in Italia – il VMax Motor Garage sono i nuovi eroi della conservazione e del restauro dei Land Rover storici: Series, Defender ma anche Discovery e Range Rover prime serie. Giovani con una passione viscerale per i fuoristrada di Sua Maestà, tanto da aver fatto della ricerca e del ripristino di differenziali, cambi e pompe del gasolio la loro missione. I Land Rover prodotti da questi atelier sono più spettacolari di quando, vari decenni prima, uscirono dalla linea di montaggio, e gli account Instagram che li ospitano niente di meno che fabbriche di sogni. Per fortuna i ricambi per le Rover di un tempo non scarseggiano, anche se talora costringono a lunghe telefonate con i colleghi delle Cotswolds o delle Highlands scozzesi, e i Defender di un tempo trovano sempre il modo di resuscitare a nuova vita.

Ci auguriamo che le foto postate in quest’articolo vi siano piaciute, ma siamo certi che quelle che seguono vi lasceranno a bocca aperta.

Pier Francesco Verlato 

Le creazioni di Brooklyn Coachworks

I Defender e le Series di Cool & Vintage

Photo Credits: Land Rover, Brooklyn Coachworks, Cool & Vintage

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