La bellezza salverà il mondo: Wheels and Waves Italy 2023

C’è grazia nel detonare di una Harley Davidson del ’37 che, alla levata giusta del pedale, inonda il giallo dei prati d’autunno di una nuvola nera densa e di un borbottio che – vivaddio – è lo stesso da quasi un secolo. C’è un disegno divino nelle linee perfette di una Indian, costruita quasi cent’anni fa per reggersi sul muro della morte e ancora immune da ruggine e da crepe. C’è pace e c’è fragore nel trascorrere del tempo che ha scolorito qua e là i serbatoi, che ha intaccato i telai, che ha scalfito appena i mono-bi-e-i-pluricilindrici concepiti da un ingegnere che si pensava ingegnere, e invece era un artista.

Il Wheels and Waves Italia 2023 ha colonizzato il Lido di Camaiore (LU) tra venerdì 6 e domenica 8 ottobre ed è stato manna e aria fresca per le menti dei cercatori di bellezza, dei fanatici del disegno perfetto, dei romantici delle macchioline di ruggine che testimoniano la poesia del tempo trascorso. Perché le special degli artisti 2023 fanno la loro scultorea figura e proiettano in là nel tempo la tradizione motoristica del XX secolo, quella che fanculo la plastica e i display. Ma sono le vecchie, le vecchine e le agée a catturare gli animi rusty di chi ancora si emoziona a veder calciare una moto che, da cinquanta o cent’anni, parte sempre alla stessa primitiva maniera.

Il giovedì sera mi trovo già lì, ospite gradito tra gli organizzatori e gli addetti ai lavori perché divulgare il Wheels and Waves al di qua delle Alpi è necessario a consolidare un evento tanto dissacratorio della nostra borghesissima scena motociclistica. Tra un saluto, qualche foto e il Wall of Death di Feraless David, la serata trascorre quasi in famiglia, con gli amici che avevo lasciato a giugno a Biarritz e che ho ritrovato più felici che mai di abbracciarci, di conoscerci meglio, di incoraggiarci a vicenda per le sfide dei giorni che seguiranno. Regis Guyot, l’uomo più elegante del Mediterraneo, mi allunga una birra e allora si scherza, si ride e si fanno programmi anche con Jerome Allé, fondatore di Wheels and Waves, e con i giornalisti e i fotografi.

Sono le 11.30 della sera, il volgere al termine di una giornata infinita con tanto di Passo della Cisa a cavallo della Giallona (la mia R 80 G/S) e i segni neri delle gallerie sul volto. Mi congedo e arrivederci al WAW Vintage Rally dell’indomani.

 

Il WAW Vintage Rally

È venerdì mattina, scaldo il boxer con sgasate inappropriate quando al semaforo del lungomare mi si affiancano Regis e Virginie, eleganti di uno stile alla Steve McQueen e Ali MacGraw sulla Husqvarna WR 240. Arriva anche Jerome dal look aggressivo-gara sulla Honda XR 500 (leggi bene: 500, una rarità). Scattiamo al verde e raggiungiamo i paddock dove sfodero l’Olympus per alcuni ritratti dei gentiluomini in outfit racing e delle loro affascinanti compagne. Poco dopo hanno inizio le prove libere tra le fettucce in spiaggia dove, a seguire, ciascun pilota terrà il tempo migliore dei suoi quattro giri ai fini della classifica. Godetevi le foto qua sotto perché sono più eloquenti di un milione di parole. Vale però la pena di ricordare le prestazioni di Marco Aurelio Fontana, bronzo olimpico di mountain bike, endurista di ottimo livello e ambassador Breitling, di Moritz Bree, figlio d’arte su Honda CR 125 Elsinore, di Sito da Vigo in Gallizia che sulla sua R 100 GS ha sfidato i 250 due tempi, e di un fantastico altoatesino in camicia da malghese che, più che un pesce fuori dall’acqua, ricorda un alce sul bagnasciuga.

Piloti insabbiati, impantanati e felici, alcuni cascati e ripartiti ma i sorrisi e le pacche sulle spalle ci sono per tutti, anche per uno sventurato gentleman la cui classica da regolarità, trasportata per migliaia di chilometri sul carrello, non si decide a andare in moto.

Il Wheels and Waves Italia 2023 ha colonizzato il Lido di Camaiore (LU) tra venerdì 6 e domenica 8 ottobre ed è stato manna e aria fresca per le menti dei cercatori di bellezza, dei fanatici del disegno perfetto, dei romantici delle macchioline di ruggine che testimoniano la poesia del tempo trascorso.

 

El Rollo Flat Track Race

È sabato mattina di una giornata che da fresca e umida diverrà presto arida e rovente nell’entroterra tra Viareggio e il Lido di Camaiore. Faccio una puntata al Village per aiutare Regis a avviare il motore della Rickman Metisse ferma da giugno. Non sono neanche le 9, la moto parte subito subito e io raggiungo l’agognata pasticceria per il terzo caffè. Cinque minuti di strada ancora e mi trovo al cospetto de El Rollo: fatico a trattenere la voglia di scattare le foto più belle delle tre giornate perché il flat track è la disciplina che più si presta alla plasticità delle pose. La gara si articola in varie manche e categorie e, fin da subito, il pilota più applaudito è Sami Panseri che, in sella a una Trevor elettrica prima e a una Rotax 600 monocilindrica poi (entrambe categoria “Inappropriate”), fa mangiare la polvere a chiunque gli si avvicini troppo o, peggio, non si scansi da davanti. Presenti in pista anche la succitata Rickman Metisse, di gran lunga la moto più bella e meglio conservata, e un’immancabile Harley Davidson XR 750, regina della categoria. L’ovale ospita anche la gara delle moto pre-‘50 che si sfideranno l’indomani nella TROTL, The Race of The Lords.

 

TROTL The Race Of The Lords

Rieccomi la mattina di domenica nello stesso entroterra di sabato dove, a fianco dell’ovale da flat track, campeggia la landing strip di sabbia per The Race of The Lords. Se il giorno prima l’effetto WOW era per le derapate di Sami e degli altri piloti, a TROTL sono le moto in gara a provocare la sindrome di Stendhal: le Harley Davidson, le Indian e le BSA pre-‘50, ma è obbligatorio menzionare una Peugeot degli anni ’30, così diversa dalle americane e dalle inglesi eppure così carica di fascino. Nella categoria pre-’75 il premio d’eleganza idealmente assegnato da Rust and Glory è per la Triumph TR5 di Moritz Bree, tanto perfetta da sembrare quella di Steve McQueen nella famosa foto per le strade di Londra. Ai 19 anni di Moritz non fa difetto la spavalderia, tanto che si permette di far scodare la moto per l’intera lunghezza della pista, assicurandosi la vittoria a ogni manche. TROTL è l’apoteosi della classe e abbigliamento e savoir faire dei piloti, dentro e fuori il tracciato di gara, non può che essere coerente allo spirito dell’evento e al prestigio dei loro mezzi.

 

Il Village

Wheels and Waves è anche, forse soprattutto, Village: il luogo dove l’amicizia, l’eleganza e gli scarichi scoppiettanti raggiungono l’apice dell’energia creativa. Il Wall of Death in entrata urla “guarda che il vintage, da queste parti, è uno stile di vita” e i tanti stand di abiti iconici e di marchi ispirati al passato testimoniano la straordinaria innovazione che si origina nei solchi della tradizione. La Giallona staziona di fronte allo spazio condiviso da Formuala Iozzi (eleganza casual tra Americana e fatigue wear) e Petrò Classic (gioielli ispirati a auto e moto che hanno fatto la storia). La base operativa antistante allo stand è monopolizzata da Pier e Alessandra di Rust and Glory, dal Venezia, da Andrea di Fuel is Not a Crime e dal Parods. Menzione d’onore a Carletto e Naysa per le foto più poetiche del village, all’interno del quale si susseguono i concerti e le premiazioni delle gare. Poco più in là, l’Artride Exhibition magnetizza gli sguardi di chiunque si trovi nei paraggi.

È una festa, una messa, una sfacchinata. Ora però devo riprendere la strada.

Goodbye Heaven, ci rivediamo a Biarritz.

– Pier Francesco Verlato

Images: Rust and Glory

Commenta con Facebook

Ti potrebbe interessare anche...

Entra nel giro

Ricevi in anteprima le nostre ultime notizie.

Ultimi articoli

La biblioteca Rust and Glory