Non solo automobili, ma simboli del genio italiano. Si è svolto tra il 19 e il 21 settembre 2019 il concorso Lamborghini & Design per celebrare le più significative creazioni della casa di Sant’Agata Bolognese.
Sogno proibito. Le posso udire da qui queste 36 spietate bellezze italiane. Anzi, mi trovo lì anch’io, sono al volante di una di esse, magari una Countach. No, aspetta… una Miura P400 S, come la Millechiodi di cui abbiamo parlato qualche giorno fa. Incuneato tra il volante e il fondo, i miei gomiti nudi a contatto con la pelle un po’ crepata del sedile, riesco solo a pensare: come lei nessun’altra.
Lamborghini & Design
Il concorso Lamborghini & Design – dedicato quest’anno al celebre architetto Gae Aulenti, scomparsa nel 2012 – pone l’accento proprio sulla parola magica design la quale racchiude in sé non solo la capacità progettuale ma anche la creatività o, se vogliamo, la capacità di spingersi oltre i limiti del gusto e delle convinzioni dominanti. È così che nascono, non solo in campo automobilistico, le opere d’arte che più ci fanno emozionare. È in questo modo che si generano le grandi invenzioni che fanno progredire l’umanità.
Lamborghini ha in sé il genio del suo fondatore Ferruccio Lamborghini e di un team di designer che dal 1963 ci fanno scoprire che cosa significhi progettare automobili sportive. Queste creazioni, a metà tra una scultura neoclassica e un aereo supersonico, non solo rappresentano il massimo dell’esperienza di guida, ma si dice abbiano provocato effetti simili alla sindrome di Stendhal in più di qualche appassionato.
L’itinerario
Le 36 Lamborghini, dopo la partenza da Venezia e 200 chilometri di sfilata, sono giunte a Trieste nelle cui vicinanze nacque Gae Aulenti nel 1927. Esposte al bagno di folla prima a Portopiccolo e, il giorno successivo, in Piazza Unità d’Italia, sono state giudicate da un gruppo selezionato di giudici internazionali che ha successivamente assegnato i premi del Concorso.
La premiazione
Dopo un giro panoramico e uno sconfinamento in Slovenia su strade ricche di curve per il gusto dei proprietari delle auto partecipanti, si è svolta in serata la premiazione del Concorso in un clima di festa. Il titolo Best in Show è stato assegnato alla Lamborghini 350 GT, telaio #102, di proprietà di un collezionista svizzero, vincitrice della classe A “Front Engine Dawn”. La vettura, restaurata con la massima cura e nell’assoluto rispetto dell’originalità, è uno dei pilastri della storia Lamborghini. È stata, all’epoca, la prima automobile realizzata dalla casa di Sant’Agata Bolognese e venduta ad un cliente privato. La 350 GT #102 è oggi, tra l’altro, anche la più antica Lamborghini “di serie” esistente.
Queste le vetture vincitrici delle rispettive classi:
Classe A “Front Engine Dawn”: 1964, Lamborghini 350 GT, telaio #102
Classe B “Rear Engine Revolution”: 1971, Lamborghini Miura P400 S, telaio #4863
Classe C “Longitudinale Posteriore”: 1974, Lamborghini Countach “Walter Wolf”, telaio #1120002
Classe D “Towards the future”: 1999, Lamborghini Diablo SV, telaio #ZA9DE21A0XLA12178
Classe E “Modern Dreams”: 2016, Lamborghini Centenario Prototipo, telaio #ZHWEC1478CLA00058
Classe F “New Frontiers”: 1987, Lamborghini LM002, telaio #ZA9L00000HLA12065
Assegnati anche alcuni premi speciali:
Lamborghini Preservation per la vettura meglio conservata: 1990, Lamborghini Countach 25° Anniversario, telaio #ZA9C005A0KLA12029
Lamborghini Movie Star per la vettura che più ha rappresentato Lamborghini nei film: 1968 Lamborghini Miura P400, telaio #3586, per la sua partecipazione al film “The Italian Job” del 1969.
Longest Journey per la vettura che ha percorso, su strada, la più lunga distanza per arrivare al Concorso: 1974 Lamborghini Urraco P250 S, telaio #15416, con 1278 chilometri.
Longest Ownership per la vettura da più tempo nella stessa famiglia: 1969, Lamborghini Islero S, telaio #6543, per 40 anni di proprietà della stessa famiglia.
Lamborghini Milestone per la vettura che ha rappresentato una pietra miliare nella storia di Lamborghini, 1974, Lamborghini Countach “Walter Wolf” telaio #1120002
La Giuria, era così composta: Presidente della Giuria, Stefano Pasini (ITA), Giornalista e Storico dell’Automobile. Giudici: Silvia Nicolis (ITA), Presidente del Museo Nicolis; Stephen Bayley (UK), Critico e Storico del Design; Gary Bobileff (USA), Presidente della Bobileff Motorcar Company; Mark Dixon (UK), Giornalista di Octane UK; Hidetomo Kimura (JAP), CEO e Presidente del Concorso Eleganza Kyoto; Andrea Nicoletto (ITA), Presidente del Lamborghini Club Italia; Peter Read (UK), Presidente del Motoring Department del Royal Automobile Club.
Le splendide italiane
A completare l’esposizione, in uno spazio a loro riservato, 8 motociclette Ducati a rappresentare la storia e l’evoluzione sportiva e stradale della casa di Borgo Panigale, dal 1946 ad oggi. Capostipite la Cucciolo del 1946, affiancata dalle Ducati 65, 1952, 125 TV, 1960, Darmah 900, 1978, Mike Hailwood Replica 1997, Monster 900, 1994, 996 Giallo, 2000, e la contemporanea Panigale 25° Anniversario.
Pier Francesco Verlato
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Photo, video courtesy of Polo Storico Lamborghini
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