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Distinguished Gentleman’s Ride 2016, Milano edition. Il chicco che esplode

29 Settembre 2016 by Rust and Glory 3 Comments

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– Testi di Marco Latorre –

Anche quest’anno il DGR ha fatto come il chicco di mais lanciato sua una padella rovente: è esploso in un pop corn grande quanto una kermesse motociclistica internazionale che – domenica scorsa, il 25 settembre – ha raccolto oltre 56 mila moto in più di 500 città di tutto il mondo per uno scopo nobile e benefico: la raccolta fondi contro il tumore alla prostata e – da questa edizione – la prevenzione al suicidio maschile.
Questa del 2016 è la migliore annata di sempre per il Distinguished Gentleman’s Ride: complessivamente sono stati raccolti più di 2,7 milioni di euro che andranno in beneficenza alla Movember Foundation. La cifra è notevole e si può leggere anche così: in media ogni gentleman rider quest’anno ha donato circa 53 euro. Un gran risultato ma…

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Ready to ride. Il minuto prima della partenza.

NON TUTTI I GENTLEMAN SONO UGUALI. Gli anglosassoni hanno nel DNA gli eventi “charity” e fanno a gara a donare di più perché è motivo d’orgoglio farlo. In altri Paesi, tipo il nostro ma non solo, l’evento di beneficenza è interpretato con maggiore “leggerezza”. Cosa voglio dire? Voglio dire che anche quest’anno, poiché la partecipazione all’evento era gratuita – e la donazione facoltativa – molti “gentleman rider” hanno comprato papillon e giacche sgargianti ma non hanno versano un centesimo alla causa. Sul sito www.gentlemansride.com sono pubblicati tutti i numeri e le cifre. Qualche esempio: il ride di Milano (il più grande d’Italia) ha contato 1.167 iscritti e ha raccolto 19.940 euro; quello di Londra con 1.062 partecipanti ha messo da parte 183.677 euro. Forte eh? Altro esempio, i 166 gentleman rider riuniti a Cambridge hanno raccolto 22.370 euro, i 194 iscritti di Berlino hanno messo insieme 2.857 euro. Tradotto: stessa passione per le moto e lo stile ma cultura e pratiche sociali – in termini generali – molto differenti.

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Le donne in sella. Grande stile alla DGR Milano.

DGR, L’EVENTO. Tutto nasce da un’idea semplice e geniale “Made in Australia” dal gentleman rider Mark Hawwa che nel 2012, con l’intento di sfatare il mito secondo il quale il motociclista si veste quasi sempre male, ha organizzato un giro in moto tra amici in cui l’unico obbligo era quello di vestirsi eleganti e con stile. Un’idea simpatica – ispirata da una foto di Don Draper (il protagonista della serie TV Mad Men) in sella a una moto – esplosa in meno di 5 anni in quello che probabilmente è diventato il più grande evento al mondo capace di coniugare stile, lifestyle e motociclette. Un evento globale che in ogni città del mondo viene celebrato e interpretato.

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Il Mad Man milanese, alla guida di una Guzzi Galletto.

IL DGR A MILANO. L’edizione milanese 2016 organizzata da Matteo Adreani anche quest’anno ha centrato il bersaglio. Tra le 28 città italiane che hanno preso parte all’evento, Milano ha registrato più iscritti (1.167) e raccolto più donazioni (19.940 euro). Il tutto in una cornice davvero affascinante: centinaia e centinaia di gentleman innamorati delle loro motociclette classiche e special riuniti in una salsa variopinta di doppipetti, tight, frac, kilt papillon e cravattini. “Gran figata!” direbbe il milanese imbruttito anche se domenica – come spesso accade nei mega eventi – non tutto ha brillato. A partire dal comportamento davvero poco “gentleman” di quei motociclisti milanesi che non hanno donato un centesimo e che non si sono neppure registrati al sito complicando enormemente le operazioni di logistica. E non mi riferisco a qualche manciata di cialtroni ma a centinaia di possessori di motociclette furbescamente imbucati. Ex post si parla di un totale di 2.000 moto partecipanti, una cifra verosimile che è quasi doppia a quella che l’organizzazione attendeva.

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L’ingresso a Hangar Bicocca, sede della partenza. Vi giungeranno 2.000 moto.

CONTEMPORARY DGR. La partenza del motogiro quest’anno non era Piazza San Babila ma l’Hangar Bicocca, sede d’installazioni e mostre d’arte contemporanea: scenario post industriale anziché pieno centro storico. Diverso anche il percorso in moto. Il centro città era off-limits per via di una rievocazione di auto storiche dell’Automobil Club già pianificata. Dunque al posto del Duomo e dell’Arco della Pace si è passati dal nuovo quartiere Porta Nuova Varesine. L’arrivo, come l’anno scorso, all’ex vetreria Spirit de Milan (in Bovisa): location vintage, post industriale, radical chic al punto giusto per suonare perfetta per l’occasione. Benefit dell’evento milanese: i due artisti Aryk e Explo pronti a decorare i caschi, la performance live di Flycat, writer che ha realizzato durante la giornata una tela poi battuta all’asta in beneficenza, il barber shop per il ritocco ai baffi e la musica swing. Il tutto rigorosamente live e analogico in un mondo sempre più digitale e spersonalizzato. Boom, Brum, Braap.

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In partenza. Il motogiro porterà i riders allo Spirit de Milan.

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Facce da DGR 1: lo scrittore e conduttore televisivo Roberto Parodi.

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Moto e outfit perfetti. La DGR è charity, stile e divertimento.

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Un piccolo problema all’impianto elettrico: nulla di irrisolvibile per il Gentleman Rider.

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Facce da DGR 2: Filippo Bassoli di Deus ex Machina

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Honda Custom + Guzzi vintage + papillon = Distinguished Gentleman’s Ride

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Facce da DGR 3: la rider convinta. Tante le ragazze presenti all’edizione milanese.

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Comments

  1. Luca "Keeno" Olivari says

    30 Settembre 2016 at 15:53

    Perché non mi stupisce per nulla che sia stata l’ennesima dimostrazione di come una cosa con un fine “alto” diventi, in Italia, una pagliacciata atta solo a mostrare quanto si è fighi? Che patetico popolino di buffoni. Sfido che il sociale, nel mondo delle due ruote, è solo tempo sprecato (Ne sa qualcosa il Coordinamento Italiano Motociclisti)

    Rispondi
    • RustandGlory says

      30 Settembre 2016 at 17:21

      Non vogliamo essere disfattisti. Tanti si sono registrati e hanno donato e tante piccole donazioni fanno insieme una grande differenza. Non dimentichiamoci che nei paesi che hanno avuto maggiori donazioni vigono regimi fiscali – in generale e riguardo alla beneficenza – profondamente diversi dal nostro. Diverso è il discorso di chi non dona affatto o nemmeno si registra. Questi sono gli scrocconi, gli imbucati alla festa.

      Rispondi
      • Luca "Keeno" Olivari says

        30 Settembre 2016 at 19:37

        Infatti, a quelli mi riferisco. Volete scommettere che sono gli stessi che, sensibilizzati alla questione abbigliamento tecnico, rispondono di non avere soldi per quello perché già hanno la moto, che non firmano la petizione sui pedaggi autostradali (che il CIM aveva promosso parecchi anni prima di Motociclismo) perché loro in autostrada non ci vanno, che hanno la moto o lo scooter che li protegge dai guardrail e via discorrendo? Sapete quante ne ho viste nel corso delle campagne del CIM? Certo, c’è chi è sensibilizzato davvero, ma i numeri che avete espresso non ammettono scuse

        Rispondi

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