“La prima enduro non si scorda mai”
(cit. Bombay Street Garage)
La #4 rappresenta un momento cruciale per il Bombay Street Garage. E’ infatti la prima realizzazione su base enduro dei ragazzi di San Benedetto del Tronto: una Yamaha XT completamente reinventata, con carattere e grinta da vendere.
“Da tempo un nostro amico era alla ricerca di un enduro da trasformare radicalmente”, ricordano al Bombay Street Garage, “e finalmente un giorno si è presentato in garage con il suo acquisto: una Yamaha XT600 del 1992 di colore blu, che nemmeno partiva”.
È stata la classica scintilla su cui il Bombay Street ha costruito fin qui il suo giovane ma fortunato percorso. Il compito era arduo: stravolgere una due ruote, per quanto gloriosa, ma con un fascino deteriorato dal tempo, e creare uno scrambler che facesse di leggerezza e aggressività i suoi punti di forza. La sfida, però, era troppo affascinante per sottrarvisi.
“Il progetto ci stimolava moltissimo: stavamo mettendo le mani su una moto da enduro per la prima volta e come sempre volevamo dare del nostro meglio”.
Al concept sono seguite presto le idee, e la loro concreta messa in pratica. “La prima cosa da fare era sgravare la vecchia Yamaha del superfluo: via le plastiche, via il serbatoio, via tutto ciò che non sarebbe più servito o che poteva essere sostituito con parti più piccole e leggere”, raccontano i ragazzi del Bombay Street Garage. Il telaio è stato tagliato nella parte posteriore e poi chiuso saldando il tipico tubo a U tagliato e piegato a misura. Il motore ha subito una profonda revisione prima di essere verniciato di colore nero. “Volevamo che il nero fosse il colore dominante. Da quest’idea deriva l’opaco di telaio, cerchi, forcellone e motore ai vari componenti lucidi come forcelle anteriori, pinze freno, piastre sterzo”.
Fondamentale è stata la ricerca prima e la realizzazione dell’originalissimo serbatoio della #4: “La scelta del serbatoio è caduta su quello di un Gilera anni ’60, che rispecchiava esattamente ciò che avevamo in mente”. Si è dunque proseguito nell’adattarlo al telaio ma, come ci raccontano dal Garage, il bello è venuto il giorno della verniciatura, quando la scelta del colore è quasi degenerata in una rissa: “eravamo partiti con l’idea di un serbatoio spazzolato con le venature del ferro a vista, ma poi dopo lunghe riflessioni, discussioni e ripensamenti abbiamo trovato la soluzione”. Il risultato è una triplice e assai originale scelta cromatica: la parte centrale del serbatoio rispecchia l’idea iniziale, il nero metallizzato richiama il colore dominante della moto e infine compare il blu, di cui viene verniciata anche la molla del mono posteriore. A completare il tutto c’è il logo Bombay al centro e alcune piccole linee nere che lasciano risaltare le tre tonalità.
Il lavoro è proseguito con entusiasmo: la #4 è stata dotata di gomme rigorosamente off-road ai limiti dell’omologazione per la strada e l’impianto elettrico è alloggiato sotto la sella insieme ad una piccola batteria al litio. Luci e frecce sono a led e la strumentazione digitale dona un percettibile tono di contemporaneità.
“Per l’impianto di scarico, avevamo bisogno di qualcosa di davvero ignorante che affiancasse i due piccoli filtri a cono”, sorridono al Garage, “e abbiamo optato per uno stupendo silenziatore Mivv raccordato in maniera maniacale ai collettori originali, ovviamente avvolti nella benda termica nera”.
La moto era pronta e, una volta accesa, girava alla perfezione, con uno stile e un’aggressività che sono ormai il marchio di fabbrica del Garage.
La #4 è una scrambler dal carattere forte, senza fronzoli e inutili vezzi, adatta per tutti i terreni. Città o fuoristrada, non c’è differenza: questa due ruote percorre con noncuranza il wild side di qualsiasi percorso. Zero compromessi al Bombay Street Garage, e questo – fidatevi – ci piace davvero tanto.
Photo credits: Bombay Street Garage for Rust and Glory
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