La Suzuki GSX-S750 Zero è una special che racconta la storia della casa di Hamamatsu. Realizzata da Officine GP Design, riprende in ottica moderna alcuni elementi del passato sportivo.
Suzuki GSX-S750 Zero by Officine GP Design
La Suzuki GSX-S750 Zero presentata e EICMA 2017 è una special su base GSX-750 realizzata da Officine GP Design, alla quale la casa giapponese si è affidata per rendere omaggio ad alcuni modelli che hanno fatto la sua storia in una cilindrata chiave, la 750.
Il risultato del connubio italo-nipponico è una special (o one-off, come va nel vocabolario motociclistico attuale) che richiama i tratti stilistici del passato della casa di Hamamatsu, rivisti con un ottica rivolta al futuro.
Design della Suzuki GSX-S750 Zero
Si viene dal passato e da li partiamo: Luca Pozzato, concreto sognatore di Officine GP Design, ha pensato così di fare un salto indietro nel tempo di una trentina d’anni e riprendere il codino della GSX750 del 1985. Per il serbatoio con doppio tappo in alluminio ricavato dal pieno si è ispirato alla GSX-R plurivittoriose nell’Endurance, dalla quale deriva anche la colorazione – con l’argento che sostituisce il bianco Suzuki – della carrozzeria in alluminio satinato battuto a mano.
Gli elementi moderni invece sono la strumentazione digitale integrata nella piastra superiore del manubrio, il faro a LED con maschera bubble realizzata con finiture in tecnica Iridium, lo scarico completo in titanio realizzato su misura dalla SC Project e un kit completo Lightec composto da leve, specchi, pedane e protezioni leva in carbonio.
Tecnica della special Suzuki GSX-S750 Zero by Officine GP Design
È stato mantenuto il motore originale della supersportiva che è un 4 cilindri di 749 cc da 114 CV di potenza e 81 Nm di coppia.
Per quanto riguarda la parte ciclistica, anche il telaio non è stato toccato.
I cerchi in titanio da 17 pollici sono stati appositamente realizzati da OZ Racing (altro marchio italiano noto nel mondo delle corse) sui quali sono montati pneumatici Michelin da 120/70 davanti e 200/55 dietro.
Il reparto frenante è composta da un doppio disco da 310 mm all’anteriore e un disco da 240 mm al posteriore – posizionato in basso, che, per design e tecnica, ricalca quello dei bolidi della Moto GP.
Luca Pozzato ha avuto delle brillanti intuizioni per riuscire in un compito non facile, quello di combinare la tradizione sportiva delle gare su pista del passato e le versioni estetiche che la hanno caratterizzata.
Di solito quando si tira in ballo la storia si fa fatica a seguire i tempi corretti. Ma se a condurre le danze è uno come Luca Pozzato, non c’è altro da fare che fidarsi e farsi trascinare.
Testo di Alessandro da Rin Betta
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