Quando la Royal Enfield Continental GT fu presentata nel 2013, molti storsero il naso nel vedere il produttore di Classiche per eccellenza andare nella direzione che il mercato stava imponendo, quello delle Café Racer. Altri provarono sollievo nel constatare che avrebbero potuto finalmente acquistare freni e sospensioni performanti, garantite dai migliori fornitori al mondo, le aziende Italiane Brembo e Paioli.
Per alcuni, però, la Continental GT resta un tentativo di creare una moto con una forte personalità che però non convince del tutto. Sarà per la linea più “borghese” che aggressiva, o per i particolari cheap in plastica che purtroppo abbondano sulle Enfield moderne ma la Continental GT, alle nostre latitudini, fatica ancora ad affermarsi.
Ciò nonostante, come tutte le moto semplici, con il motore monocilindrico e il telaio stretto, anche l’ultima nata della casa Anglo-Indiana si presta a personalizzazione che non lasciano spazio a commenti, se non a grandi “Wohaaa!!” di approvazione. Gli Australiani di Rewind ci provano alla grande trasformando la piccola e gentile Café in una racer aggressiva, dalla linea filante e dai dettagli preziosi. Il nome, non a caso per la piccola e irrequieta due ruote, è Dirty Girl.
Con il suo colore nero canna di fucile, la sella in pelle marrone e le scritte, le manopole e la molla dell’ammortizzatore posteriore color oro, la Dirty Girl è la trasformazione perfetta di una moto che tanto ha da dimostrare ma che, per farlo, ha bisogno dell’intervento di mani esperte. In questo senso ci ricorda le prime trasformazioni realizzate da Deus Ex Machina su base SR 400, e i tanti “Wohaaa!!” che suscitarono.
Photo credits: Nathan Roderick (www.nathanroderickphotography.com) via Pipeburn (www.pipeburn.com)
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