di Maurizio Vaglietti
Appassionati di bei motori, di ruggine e di gloria, se vi capitasse di passare per l’Alsazia, durante le prossime vacanze estive, fermatevi a Muhlouse: ne vale la pena!
La piccola cittadina francese, oltre che ricca di storia e piacevolmente mitteleuropea, custodisce uno dei più grandi (se non il più grande) musei di automobili del mondo, frutto della passione e della follia di due industriali del settore tessile: i fratelli Schlumpf.
La storia
I fratelli Schlumpf iniziano la loro attività nel campo tessile nel 1928 diventando rapidamente una solida realtà industriale assorbendo diverse aziende nell’area alsaziana.
A partire dagli anni cinquanta, Fritz Schlumpf, indomito appassionato di automobili, inizia a collezionare segretamente una grande quantità di veicoli storici. Quella passione che all’inizio era un appetito stuzzicante si trasforma presto in una fame indomabile e insaziabile.
La buona salute finanziaria delle sue aziende gli permette di soddisfare ogni suo capriccio. Sono le Bugatti le sue preferite: Fritz invia una lettera a tutti gli iscritti al Bugatti Owners Club proponendosi di comprare le loro vetture; da un solo collezionista americano ne recupera 30 in una singola transazione. La pesca è ricca e la rete stracolma.
Lo spazio inizia a scarseggiare. I fratelli decidono di dismettere l’attività produttiva di un’ala degli stabilimenti HDK trasformando le filature in spazi espositivi (è quello che vedreste visitando il museo oggi).
Nel frattempo vengono assunte maestranze specializzate che, dopo aver firmato accordi di riservatezza, si occupano dei restauri: carrozzieri, tappezzieri, meccanici, verniciatori… tutti al lavoro segretamente per far risplendere la collezione. Fritz Schlumpf segue personalmente il procedere di ogni singolo restauro.
La crisi degli anni ’70 e il continuo drenaggio delle risorse industriali a favore della collezione mettono in ginocchio l’impero tessile: con le continue agitazioni sindacali e il fallimento alle porte, i fratelli Schlumpf si rifugiano in Svizzera, a Basilea. Non torneranno mai più in territorio francese.
La fabbrica chiude e gli operai senza lavoro picchettano i cancelli. Nel 1977 un’agitazione porta i sindacalisti negli uffici degli Schlumpf quindi a forzare i cancelli di quella parte di fabbrica che si pensava dismessa. La sorpresa è enorme!
La notizia è su tutte le prime pagine dei quotidiani francesi e i vari creditori, fra i quali lo Stato, intuiscono gli immensi benefici che una simile scoperta può portare – alla regione Alsaziana e alla città di Mulhouse in particolare. Per evitare smembramenti ed esportazioni, la collezione viene elevata a Monumento Nazionale nel 1978.
La distesa di automobili è talmente stupefacente che Francois Mitterrand – futuro Presidente della Repubblica – entrando nella sala mormorerà: “Quelle folie!”
Successivamente, l’intero complesso dei veicoli, terreni e costruzioni viene venduto a un’associazione pubblica/privata chiamata National Automobile Museum Association. Il ricavato della vendita copre parzialmente i creditori e nasce così il Museo Nazionale Dell’Automobile.
Ah, le diatribe legali dei fratelli Schlumpf continueranno fino agli anni novanta ma questo davvero non ci interessa…
Le sezioni
Il museo ospita in collezione permanente circa 520 veicoli fra cui spicca un impressionante numero di Bugatti: ben 123!
L’esposizione è suddivisa in tre principali aree:
· Adventure Automobile
Suddivisa cronologicamente, questa sezione ospita 243 vetture in un unico spazio aperto di 17.000 mq ornato da quasi 900 lampadari art-decò in ferro battuto identici a quelli del ponte Alexandre III a Parigi.
Vi si possono trovare autentiche rarità come il prototipo Mercedes 170H che Ferdinand Porsche disegnò per la casa di Stoccarda e non entrò mai in produzione. Facile indovinare come questa idea si sia sviluppata da lì a poco…
· Course Automobile
Le corse, l’anima dell’automobilismo. Qui rappresentate dal 1908 in poi. Degna di nota l’unica Bugatti Tank sopravvissuta e una griglia di partenza che la F1 di oggi si può solo sognare.
· Chefs-D’Oeuvre
Oggetti da togliere il fiato: circa 80 vetture direttamente dalla belle-epoque, una più importante dell’altra.
Capolavoro assoluto e (a giudizio di chi scrive) una delle macchine più belle al mondo la Bugatti Type 41 Royale Coupé Napoléon appartenuta ad Ettore Bugatti.
Bibliografia
- Le Musée national de l’Automobile Mulhouse – Collection Schlumpf
Jean-Claude Delerm – Fondation BNP PARIBAS; Réunion des Musées Nationaux
- Sito istituzionale del Museo
http://www.citedelautomobile.com
Photo credit
- Le Musée national de l’Automobile Mulhouse – Collection Schlumpf
Jean-Claude Delerm – Fondation BNP PARIBAS; Réunion des Musées Nationaux
- Maurizio Vaglietti
Commenta con Facebook