La Rusty Quattroemezzo di Anvil è Ruggine e Gloria

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Ogni settore ha le sue personalità: i leader, gli intraprendenti, i silenziosi e gli operosi. Poi ci sono le rockstar. Quando si tratta di moto speciali quest’ultima posizione appartiene senza dubbio a Phonz e San Marco, di Anvil Motociclette. Nonostante la forte esposizione mediatica con la partecipazione a Lord of the Bikes ed le interviste su Vogue e Rolling Stone Magazine, agli Anvil piace ricordarci quello che sanno fare meglio: chiudersi in officina e creare modelli unici, dalla grinta rock ‘n roll e dal sapore heritage come questa “Rusty Quattroemmezzo”.

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La Quattroemmezzo è una Honda CB450 del 1972, un modello piuttosto raro e con una storia particolare. “Rusty”, arrugginito, deriva dalle condizioni in cui versava la moto prima di essere recuperata. Il restauro è stato pressoché integrale ma ne è valsa perché, come ci ricorda San Marco, “abbiamo voluto onorare questo modello storico migliorandone la funzionalità. Ora la moto è adatta non solo per i circuiti cittadini ma anche per il fuoristrada. L’ispirazione deriva dalle BSA e dalle Triumph desert sled usate da Steve McQueen e compagni per le corse nel deserto della California”.

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Il telaio è stato ripreso centimetro per centimetro eliminando la ruggine e ripristinando le giunture. La parte posteriore, che non aveva ragione di continuare a esistere su una moto di questo genere, è stata tagliata e chiusa con la struttura a U che vediamo sempre più spesso sulle brat bike di miglior livello. L’intera struttura, infine, è stata verniciata di quel nero opaco che è il marchio di fabbrica di Anvil Motociclette.

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La tabella portanumero incastrata tra le forcelle ci ricorda le moto da flat track della golden age of motorcycles mentre il serbatoio, ritrovato dopo l’inizio della costruzione della moto, deriva da un mezzo degli anni ’70 destinato alle gare di endurance. L’alternarsi di metallo grezzo e nero opaco dona alla moto un look raw ma al contempo ricercato, e destinato a far risaltare il logo realizzato ad hoc.

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La sella si rifà a quella della BSA Victor del campione del mondo di motocross Jeff Smith. Come si può notare, Anvil rinuncia alla forma piatta (e alla conseguente imbottitura inesistente) delle brat bike più blasonate, per adottare una seduta imbottita generosamente e consentire dunque al fortunato rider della Quattroemmezzo tragitti più lunghi e meno dolorosi. L’acceleratore rapido è un vecchio Tomaselli Daytona che contribuisce a donare alla moto un personalissimo look old-fashion. Le pedane sono da enduro, per evitare di scivolare quando si carica troppo in condizioni umide e fangose.

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Il motore è stato rivisto da cima a fondo dato il suo passato nelle corse e testato in ogni condizione. Per favorire il funzionamento ottimale agli alti regimi, è stata aumentata la lubrificazione. I carburatori originari erano Keihin da 32mm, un buon compromesso per garantire consumi contenuti, facilità di avviamento e funzionamento regolare. Ora, con l’obiettivo di incrementare le prestazioni del mezzo, si è optato per una coppia di Dell’Orto con filtri a cono K&N. L’impianto di scarico è il classico Anvil: semplice, dritto e nero con tubi separato per ciascun cilindro.

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La ciclistica è stata profondamente rivista con l’adozione di due ammortizzatori posteriori Bitubo costruiti su misura. Il nuovo assetto, dotato di differenti regolazioni possibili, ha consentito un profondo miglioramento dell’handling della moto. La forcella anteriore è di serie, ma ricostruita con componenti di miglior livello.

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Le ruote, su un mezzo dal forte carattere heritage, dovevano essere a raggi e ovviamente del colore preferito da Anvil: nero opaco. Gli pneumatici scelti sono gli Scorpion di Michelin con mescola medio-morbida. Il testing del mezzo è avvenuto sia sulla pista da flat-track che nei circuiti di endurance, dove la moto ha passato gli esami con tutti gli onori. Chiaramente, la moto è omologata per circolare su strada e per fare un’ottima figura anche fuori da boschi e percorsi chiusi. Complimenti Phonz e San Marco!

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Photos and inspiration via Pipeburn (www.pipeburn.com)

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