Tutti dovrebbero possedere una BMW perché il suo temperamento è quello di una Tedescona in sovrappeso, piuttosto caciarona e molto materna, perché l’estetica è singolare e irripetibile, perché è una delle poche moto che, quando la guidi, sai che sei su una BMW.
Make life a ride o ride it for life? Le moto del Marchio dell’Elica sono macchine del tempo sacre e secolari, antiche e mai obsolete: le moto BMW nascono classiche e muoiono… mai. Con quel boxer che nel 2023 (ma anche nel 2003) pare un errore marchiano, una rinuncia al progresso e che invece va come una freccia e non piscia una goccia di nulla. Con quel due-cilindri-tutto-fuori che sembra disegnato la mattina dopo una sbronza ma prova tu a isolare un motore a due valvole e a esporlo sul tavolino del salotto: non sfigurerà nemmeno tra Brâncuși e Giacometti. E se a monte delle teste piatte e spigolose campeggiano i carburatori Bing la cui rotondità perfetta assomiglia alla visione del mondo di Botero, quel capolavoro del Secolo Breve assurge a design iconico, a arte di massa, a bellezza in movimento.
Tutti dovrebbero possedere una BMW perché il suo temperamento è quello di una Tedescona in sovrappeso, piuttosto caciarona e molto materna, perché l’estetica è singolare e irripetibile – distintiva direbbero i pubblicitari – perché è una delle poche moto che quando la guidi sai che sei su una BMW e non sull’ennesima-moto-qualunque di un marchio di prestigio ceduto a un gruppo di speculatori.
La migliore espressione delle BMW del giorno d’oggi? La R NineT, qualunque versione, qualunque livrea e ovviamente zero optional. La R NineT è quella che più di tutte assomiglia alla G/S originale, quella dell’80, leggera e bellissima, che ancora oggi è la preferita di chi in fuoristrada va forte davvero, di chi ama perdersi tra le dune, pranzare con i cannibali e, un paio di sere più tardi, farsi una birra al Bar dello Sport. La R NineT va forte ma non fortissimo, è piccola e gira su sé stessa, è elegante e – dettaglio decisamente apprezzabile – costringe a abbigliarsi in linea con lo stile che le sue forme, il suo scintillio e la sua eredità culturale comunicano agli appassionati.
Per celebrare i 100 anni di BMW Motorrad, la rivista In Moto ha organizzato un tour da Trieste a Monaco di Baviera, sede del museo della casa motociclistica, coinvolgendo in questa cavalcata tra le Alpi Orientali alcuni personaggi dell’arte, del cinema, dello spettacolo. Metti una carica esplosiva d’improvvisazione musico-teatrale, i cavalli quasi-dòmiti di tutte le R NineT del listino, l’ira di Dio di pioggia-mista-grandine-mista-vento e avrai ottenuto il viaggio in moto perfetto salvo, ovviamente, il dettaglio sul meteo che ci risulta difficile manipolare a nostro uso e piacimento. Il nome con cui BMW e In Moto hanno battezzato quest’avventura è The Great Rally.
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Gli stessi personaggi dell’arte, del cinema e dello spettacolo – proprio quelli che a inizio luglio hanno affrontato a denti stretti i fortunali dolomitici di The Great Rally – erano stati già coinvolti in altre iniziative di BMW Motorrad, come la realizzazione di una serie di cortometraggi destinati alla distribuzione su Youtube e sul sito della Casa: uno storytelling avvincente il cui collegamento quasi ombelicale tra la R NineT e i piloti cattura, fotogramma dopo fotogramma, l’irrequietezza umana che diviene tutt’uno con l’elegante ruvidezza del mezzo, in un costante anelare a una vita senza rimpianti e alla libertà di andare lontano.
I video della serie Soul Fuel sono sei ma l’anima del Motociclista Autentico si rivela già nei primi tre, dove l’unico personaggio noto al grande pubblico è Ernesto D’Argenio, protagonista di Soul Fuel #1 “Time Rider”, mentre il fotografo Daniele Barraco e l’insegnante Giovanni Matteo Emiliani si raccontano in “Light Seeker” (Soul Fuel #2) e “The Wolf” (Soul Fuel #3). I primi tre Soul Fuel sono perle da guardare e riguardare, studiare e meditare perché, che sei tratti di una notte d’inverno con la galaverna sui prati o di una sera d’estate tra la birra, i falò e le onde del mare, l’invito che Ernesto, Daniele e Giovanni Matteo ci rivolgono è quello a una vita generosa di passioni, orgogliosa dei propri talenti, concentrata sulla bellezza del presente, soprattutto quando la nostra capacità di apprezzarla fa sì che essa duri per tutta la vita. Non è forse questo ciò di cui si parla quando si parla di saggezza? È saggio fermarsi ad osservare ciò che già è parte della nostra vita, battendoci una pacca sulla spalla per quanto bravi siamo stati a ottenerlo e a preservarlo. È contrario alla saggezza dimenticare la moto in preda ai ragni e alla ruggine, rinunciare a urlare al vento che ci percuote il viso, ignorare i paesaggi che mutano di continuo, rifiutare la tiepida pioggia estiva che penetra nel collo della giacca.
Ti auguro di guardarli e riguardarli questi tre video, di studiarli e meditarli. Se mi prendo la briga di incollarli qua sotto, è perché spero che il numero delle visualizzazioni aumenti a vista d’occhio, perché voglio che anche tu salga in moto, sia essa lo Scarabeo dei 16 anni o l’ambitissima R NineT, o qualsiasi cosa tra i due estremi. Sappi anche che delle visualizzazioni – dei video, di quest’articolo, dei post su Instagram – non mi frega niente: non dicono nulla, né tantomeno decretano il successo o l’idiozia. L’arte è arte e la poesia è poesia, e l’arte e la poesia sono tanto più forti quanto più nascono dalle sensazioni fisiche, dai vuoti da colmare, dal piacere estremo e dal dolore insostenibile.
Il solo fatto di andare in moto ci percuote il volto e ci dona il sorriso, ci provoca dolore e estasi, ci rende vivi e vulnerabili.
Fa di noi artisti e ci eleva a poeti.
Make life a ride.
– Pier Francesco Verlato
Grazie a Ruote Celeri per il supporto nella preparazione della Giallona, la mia BMW R80 G/S.
Images and videos courtesy of BMW Motorrad Italia.
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