Una pessima esperienza

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“Un motociclista deve guidare come se ogni altra persona in strada lo volesse uccidere.” Hunter Thompson, 1967

Quando la vita era facile e il traffico era un decimo rispetto ad oggi, Hunter Thompson già lo sapeva, tanto da averlo messo per iscritto nella sua opera Hell’s Angels. Certo, nella carriera di un motociclista può succedere di tutto: scivolate, incidenti, situazioni controllabili oppure no. Ma di avere a che fare con un automobilista che deliberatamente voglia fargli del male… questo, cari lettori, non potevo nemmeno immaginarlo fino a quando non l’ho provato sulla mia pelle. Vi racconterò brevemente il fatto senza porre l’attenzione sulla contrapposizione tra motociclisti e automobilisti e su quanto gli uni siano buoni, gli altri cattivi e viceversa. Chi possiede una moto è a sua volta un automobilista che ha che fare sulla strada con pedoni, biciclette e moto e sta a lui decidere come comportarsi per la massima sicurezza di tutti. Voglio però contrapporre la figura della persona per bene a quella del barbaro incivile e pericoloso che si cela dietro a alcuni utenti della strada, a maggior ragione dopo i fatti così tragici del 9 luglio scorso vicino a Torino, dove un furgone ha deliberatamente travolto due giovani in moto.

L’altro giorno (sabato, ore 13.00 circa) stavo guidando la mia moto trentennale verso casa a velocità da strada provinciale, senza costringere nessuno a rallentare ma allo stesso tempo senza tentare sorpassi. Tenevo insomma la velocità delle auto che erano davanti a me (tra i 50 e i 70 km/h). A un certo punto, l’auto dietro di me, attaccata alla mia targa, comincia a suonare il clacson perché, secondo un codice della strada tutto particolare del suo conducente, avrei dovuto stringermi sulla destra per consentirgli di superare nonostante altre auto giungessero dalla parte opposta. Manovra pericolosa perché la strada in questione è piuttosto stretta e comunque io mi trovavo alla guida di un motoveicolo di 800cc e non di una bicicletta. A un certo punto, il traffico dalla parte opposta termina e l’automobilista mi supera al pelo stringendomi sempre di più fino quasi a mandarmi contro il marciapiede e nel frattempo rallentando, quasi a volermi intrappolare. Un gesto intimidatorio di assoluta pericolosità che, oltre a farmi ribollire il sangue per l’inciviltà dilagante nel nostro Paese, mi costringe a ricordare quanto Hunter Thompson, 50 anni fa, avesse ragione da vendere.

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Tratto da “Hell’s Angels”, Hunter Thompson, 1967

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