Il Raduno Nazionale del Motoclub XT 500 è un tuffo nel Mediterraneo anni ’80

Prima dei moto-turisti con le giacche di Guerre Stellari e i bicilindrici da tre quintali, c’erano loro: orde di ragazzi che, con le loro mono giapponesi e la borsa del mare legata con gli elastici, solcavano il Mediterraneo tra Giugno e Settembre per vacanze fatte di sgasate sulla sabbia, mulattiere a picco sul mare, birrette in compagnia. C’erano poi il Pacha e le Svedesine: quando parlavano non si capiva un’acca ma, alla fine, si comunicava benissimo.

Abbiamo fatto nostro quello spirito il 25, 26 e 27 aprile 2024, al Raduno Nazionale del Motoclub XT 500, ospitati dal Mathis di Fiorenzuola D’Arda (PC) e da Enduro Republic. Il periodo di riferimento va dalla seconda metà degli anni ’70 a tutti gli anni ’80 e parliamo dei viaggi in moto in Grecia, Spagna, Turchia e Marocco. In quel periodo nascono anche i grandi rally africani: la prima edizione della Parigi-Dakar è del ’79. Protagonista: lei, la Yamaha XT 500.

C’è chi l’ha avuta, chi l’ha sempre sognata senza mai possederla, chi adesso ne vorrebbe una per imbarcarsi da Genova al Marocco e ripercorrere il viaggio disperato di Abatantuono e C. in Marrakech Express, film culto dei ragazzi dell’epoca. Insomma, la Yamaha XT 500 continua ad essere uno dei mezzi più desiderati da chi, delle moto, non apprezza solo la sella riscaldata o le sospensioni regolabili elettricamente.

L’XT 500 è rimasta in produzione per 14 anni, dal ’76 al ’89. La serie più ricercata è quella dei primi anni ’80 e si contraddistingue per il serbatoio in alluminio lucidato. L’ultima versione è la “Anniversary” del ’89 con i parafanghi blu. La meccanica è semplice: un monocilindrico a quattro tempi di 499 cc con lubrificazione a pressione d’olio con carter secco, carburatore Mikuni 34 mm, cambio a cinque marce e frizione multidisco a bagno d’olio. La potenza di 32 cv e il peso inferiore ai 150 kg la rendono sufficientemente agile per trarsi d’impaccio in ogni situazione, dalle stradine del Montenegro alle piste del Sahara. E, certamente, sulle colline del Piacentino.

Testi e immagini: Redazione Rust and Glory

 

Commenta con Facebook

Ti potrebbe interessare anche...

Entra nel giro

Ricevi in anteprima le nostre ultime notizie.

Ultimi articoli

La biblioteca Rust and Glory