Fast Eddie: una vita tra Hollywood e Pikes Peak. E quella Royal Enfield…

Di Nicola Manca – IG @MicioGattillo | @MotocicliAudaci

Images courtesy of Royal Enfield

Eddie Mulder è una delle leggende più autentiche e meno conosciute del motociclismo americano, la cui fama esplose nel febbraio del 1960 nel deserto del Mojave, California del Sud. Durante la leggendaria Big Bear Run, una delle competizioni più dure dell’epoca che vedeva alla partenza oltre 700 piloti, il sedicenne Eddie dimostrò di che pasta era fatto contro campioni ben più blasonati del giovane esordiente. Su un tracciato di 158 miglia fatto di sassi, rocce e polvere – dove per molti il traguardo restava un miraggio – il giovane Mulder, in sella alla sua Royal Enfield 500cc numero 249, scrisse una pagina indimenticabile di storia.

Nonostante una caduta che avrebbe costretto ai box qualsiasi altro pilota (pedana rotta, ammortizzatore posteriore danneggiato e manubrio piegato), Eddie dimostrò quella tenacia che sarebbe diventata il suo marchio di fabbrica. Avete presente i piloti lamentoni che se non vanno forte è sempre colpa di quel click in meno alla loro cartuccia chiusa della upside down da 48mm? Ecco, Eddie è tutta un’altra cosa: non solo proseguì, ma recuperò posizione su posizione fino a conquistare una vittoria che avrebbe segnato l’inizio di una carriera stellare.

“Mangiare chiodi e cagare ruggine” era il suo motto che riassume perfettamente lo spirito di un pilota che ha lasciato un segno indelebile nel motociclismo americano, conquistando la prestigiosa Triple Crown nell’AMA con i successi a Peoria, Castle Rock e Ascot, e dominando la classe vintage della Pikes Peak con ben otto vittorie.

Ma Eddie non si è limitato alle competizioni. Il suo talento in sella lo ha portato a Hollywood, dove ha costruito una parallela e fortunata carriera come stuntman. Tra le sue imprese più spettacolari, il salto da una portaerei all’altra come controfigura di Clint Eastwood in Magnum Force, solo una delle numerose produzioni cinematografiche che hanno beneficiato delle sue straordinarie capacità.

Oggi, all’età di quasi 82 anni, Mulder vive in un ranch in California, dove la passione per le due ruote continua a bruciare intensa. Non si limita a custodire i ricordi delle sue imprese, ma continua a progettare e produrre moto ispirate ai suoi trionfi alla Pikes Peak, tramandando così la sua eredità alle nuove generazioni. La sua storia, sorprendentemente poco nota nel vecchio continente, è quella di un pioniere che ha saputo unire talento, determinazione e uno spirito indomabile, caratteristiche che lo hanno reso una vera icona del motociclismo americano.

THE CHECKERS CLUB

Il Checkers Motorcycle Club è uno dei più antichi club motociclistici americani, fondato in California negli anni ’30. Il club divenne particolarmente noto nel periodo post-Seconda Guerra Mondiale, quando il motociclismo off-road e il desert racing stavano guadagnando popolarità nella zona della California del Sud.

Il club è stato particolarmente attivo nell’organizzazione di competizioni desert racing e nell’evoluzione di questo sport in California. I membri del Checkers MC sono stati pionieri nelle corse nel deserto e indovinate un po’? Il nostro Fast Eddie chiese proprio di poterne far parte.

La risposta, vista la sua giovane età e conseguente scarsa esperienza nelle gare, non fu propriamente positiva. A dirla tutta non fu nemmeno negativa, poiché fu accettato come “prospecting” ragion per cui il sedicenne californiano fu costretto a correre la Big Bear Run con una giacca nella quale metà aveva una fantasia a scacchi mentre l’altra metà era monocromatica con un punto di domanda ben in evidenza sulla parte frontale. Solo una volta aver corso alcune gare con questa curiosa livrea si sarebbe decisa l’accettazione o meno di un pilota al club. Ma dopo l’exploit alla BBR avranno o no accettato la sua candidatura concedendogli l’onore di indossare una giacca completamente a scacchi?


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QUELL’ORSO COL NUMERO 249…

Per questo motivo Royal Enfield ha recentemente tirato fuori dal cilindro la Bear 650, una scrambler bicilindrica che non sarà certo sfuggita ai più attenti.

La base è quella del collaudatissimo motore parallelo da 650 cc utilizzata nell’Interceptor e nella Super Meteor ma qualcuno potrebbe non averne colto alcune scelte, come il numero nelle tabelle o alcuni accorgimenti tecnici o il nome.

Ebbene, tutti questi dettagli sono ben svelati in questo articolo, ragion per cui questa moto celebrativa di un tempo e di un mondo fatto di gare nel deserto, fil di ferro e spirito di adattamento rappresenta un sincero omaggio nostalgico dedicato ai motociclisti moderni, capaci di emozionarsi davanti a foto in bianco e nero o atmosfere californiane.

FUEL X ROYAL ENFIELD

A sugellare ancor più questo racconto e un personaggio sicuramente fuori dagli schemi, Fuel Motorcycles ha realizzato una collezione per Royal Enfield che, fra le sue trame, racconta questa proprio storia di uomini. I capi realizzati infatti hanno forti richiami con il Checkers Club e questa bizzarra storia di approvazione sospesa, riportando in ogni capo motivi a scacchi che caratterizzava le maglie dei Checkers.

FUEL MOTORCYCLES

Fuel Motorcycles, nata nel cuore di Barcellona, rappresenta l’incarnazione della passione motociclistica che fonde heritage e design contemporaneo. Fondata da Karles Vives, l’azienda catalana si è affermata come punto di riferimento nel settore delle custom motorcycle e dell’abbigliamento tecnico per motociclisti dal gusto vintage.

Questa splendida avventura è iniziata nel 2012 come piccola bottega specializzata in customizzazione di moto classiche che, nel decorrere del tempo ha mutato la sua forma ma non la sua anima evolvendosi fino a diventare un brand lifestyle a 360 gradi. Il suo DNA combina l’artigianalità con un’estetica autentica con uno sguardo a materiali tech, specie per quanto riguarda le protezioni e le relative certificazioni.

Tra le peculiarità del marchio spicca l’organizzazione dello “Scram Africa”, che con Rust&Glory seguiremo nell’edizione 2025 con un occhio privilegiato: un raid motociclistico che attraversa il deserto marocchino, divenuto evento cult per gli appassionati di adventouring su moto classiche e scrambler. Questa avventura incarna perfettamente la filosofia del brand: unire lo spirito delle due ruote d’epoca con l’esplorazione e l’avventura moderna (qui tutte le info).

Oggi Fuel Motorcycles, dalla sua sede nel cuore della città catalana, esporta il suo stile inconfondibile in tutto il mondo, rappresentando un perfetto esempio di come tradizione motociclistica e visione contemporanea possano convivere con successo.

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