Evel Knievel, a 70’s legend

Evel Knievel, lo stuntman motociclistico americano morto nel 2007 all’età di 69 anni, combinava lo sprezzo del pericolo con un notevole talento per il marketing di sé stesso. Tra i suoi numerosi record, quello per il maggior numero di ossa rotte da una persona (433) e per il numero di giorni passati in ospedale, equivalente a tre anni.

Alto, biondo e di bell’aspetto, negli anni ’70 Knievel ha soddisfatto la brama americana di eccessi e di edonismo incarnando, in ciò che faceva, anche un certo spirito pioneristico. Ottenne sia fama che fortuna, e la prima dura ancora oggi.

Knievel ha performato più di 300 stunt nella sua carriera, ma due in particolare sono rimasti impressi nella mente collettiva e non è un caso che siano stati anche i più pubblicizzati.
Nel settembre 1974, tentò di saltare il canyon del fiume Snake in Idaho (1.600 metri di altezza) su una sorta di razzo cabriolet. Una volta in volo, non avendo lo slancio necessario per raggiungere l’altra parte, aprì il paracadute e si salvò la vita.
Il compenso di Knievel per il salto fu di 4 milioni di dollari – lui non mancò di dirlo a tutti – anche se alcuni insider sostennero che ottenne solo il cinque per cento del denaro. Poi, nel maggio 1975 allo stadio di Wembley, Knievel, osservato da 50.000 persone, superò in volo con la moto 13 autobus a due piani.
Come spesso accadeva, si schiantò in atterraggio, ma nonostante le fratture multiple barcollò verso il microfono e giurò di ritirarsi lì per lì.

Non successe. Il brivido e il denaro erano una fonte di attrazione troppo forte. Una volta, sciorinò la sua filosofia: “Salto così da dare qualcosa da guardare a un sacco di persone annoiate.”
Robert Craig Knievel nacque a Butte, nel Montana, il 17 ottobre 1938, da un venditore di automobili e da una casalinga. I suoi genitori si separarono presto e Robert fu allevato dai nonni.

C’era poco da fare per gli adolescenti nella città mineraria di Butte, tranne cercare di impressionarsi a vicenda. Il giovane Robert passò presto dalle impennate in bulldozer lungo la strada principale alla microcriminalità con regolari trasferte nelle celle della contea. L’origine del suo soprannome, originariamente scritto “Evil” (“Cattivo”), è oscura, ma risale a quel periodo.
Knievel frequentò la Butte High School, che lasciò presto, ma non prima di aver scoperto il suo talento per lo sport. Nel 1959 giocò da professionista a hockey sul ghiaccio, prestò poi servizio nell’esercito prima di tornare nel Montana per lavorare come accompagnatore alla caccia. Scoprì che gli alci venivano abbattuti dal governo a Yellowstone Park e nel 1961 fece l’autostop a Washington DC per chiedere al Segretario degli Interni di spostare gli alci nel Montana, dove potevano essere fucilati dai suoi clienti cacciatori. Insomma, era uno che non si dava per vinto.

La sua petizione ebbe successo, anche se non è chiaro se il dono di un trofeo (le corna dell’animale) fatto al segretario abbia influenzato l’esito della questione. Successivamente, lavorò brevemente come venditore di assicurazioni piazzando 271 polizze in una sola settimana, ma lasciò l’azienda quando gli rifiutarono un posto nel consiglio di amministrazione.
Divenne poi uno scassinatore di casseforti, lavorando principalmente in Oregon. Di lì il passo verso le rapine e le truffe fu breve. Dopo diverse fughe dalla legge, decise di rimettersi in riga e si stabilì a Moses Lake, Washington, dove lavorò come venditore di automobili. Si distinse perché i potenziali clienti avrebbero potuto ottenere uno sconto di 100 dollari se lo avessero sconfitto a braccio di ferro.

Nel frattempo, continuava a alimentare la passione di sempre per le moto e nel 1965 aveva fondato la sua troupe di stunt riders, The Daredevils. Tuttavia, i Daredevils ebbero vita breve a causa del ritiro degli altri stuntmen, spaventati dalle proposte folli di Robert.

Knievel si fece conoscere come solo-stuntman in America grazie al famoso salto attraverso le fontane del Caesar’s Palace a Las Vegas. Accelerando su una rampa, saltò per oltre 43 metri ma, all’atterraggio, ruppe vertebre e bacino e fu costretto a camminare con le stampelle per un anno. Da allora, il suo compenso decuplicò.

Nel febbraio 1971, non ancora del tutto in forma, batté il proprio record di distanza saltando 19 automobili per oltre 46 metri.
Nel 1977, Knievel fu condannato per aver aggredito il suo ex agente, Sheldon Saltman. L’ira di Knievel originò dalla pubblicazione del libro di Saltman “Evel Knievel on Tour” che lo ritraeva come un alcolizzato dipendente dagli antidolorifici. Knievel aggredì Saltman con una mazza da baseball e fu condannato a un risarcimento milionario e a sei mesi di carcere.

Quando fu rilasciato nel 1979, annunciò il suo progetto per un’acrobazia ridicola: avrebbe dovuta lanciarsi senza paracadute dall’altezza di 1.200 metri da un bombardiere B-29 e atterrare in un pagliaio posto nel parcheggio di un casinò di Las Vegas. Lo stunt non si fece, e in seguito Knievel ammise di aver perso i suoi nervi saldi. Nel frattempo, Knievel aveva finito i soldi. La somma delle sue fortune era sempre stata oggetto di speculazioni, con stime fino a 43 milioni di dollari, ma dalle 16 barche e dalle scommesse di 50.000 dollari sul campo da golf, tutti i suoi averi ammontavano ora a una barca in Florida. Trascorse i successivi 20 anni tra la Florida e un ranch nel Montana guadagnandosi da vivere vendendo quadri che lui stesso dipingeva.

Negli ultimi anni, si interessò anche alla carriera acrobatica di suo figlio Robbie, che batté il record del padre saltando 22 auto e passando sopra a un aereo a bassa quota. Nel maggio 1999, Robbie riuscì a superare i 70 metri del Grand Canyon, un’impresa per la quale a Evel era stato negato il permesso nel 1974.

Knievel sposò la sua fidanzata storica Linda Bork nel 1959. Lei si innamorò definitivamente del romantico e audace Robert dopo che lui l’aveva rapita per tre volte. La coppia si separò alla fine degli anni ’90 e, nel 1999, Knievel sposò Krystal Kennedy in seconde nozze. Divorziarono alcuni anni dopo ma rimasero insieme fino alla sua morte.
Knievel ha avuto quattro figli, Kelly, Robbie, Tracey e Alicia.
Questo video, unico in Italiano, narra la vita e la carriera di Evel Knievel.

Commenta con Facebook

Ti potrebbe interessare anche...

Entra nel giro

Ricevi in anteprima le nostre ultime notizie.

Ultimi articoli

La biblioteca Rust and Glory