#1049 – L’ultima Mille Miglia di Nuvolari

1948, XV Mille Miglia. Un appuntamento che Enzo Ferrari non può fallire: le casse della neonata casa automobilistica versano in condizioni critiche ed è imperativo affermarsi nella prossima kermesse bresciana per pubblicizzare il Cavallino Rampante quindi ricevere nuove ordinazioni e liquidità.
Lo squadrone è pronto, formato da piloti professionisti e clienti ‘gentlemen drivers’. L’arma, affilata a dovere, è la nuova 166 Spider Corsa spinta dal gioiello a 12 cilindi disegnato dal geniale Gioacchino Colombo.
Tutto bene, fino a quando il Conte Igor Troubetzkoy deve ritirarsi a Ginevra al cospetto della moglie che, purtroppo o per fortuna, è anche il suo sponsor: la miliardaria americana Barbara Hutton.
Ferrari si trova una 166 pronta gara nel piazzale di Maranello. Non sottilizza troppo sul fatto che non sia effettivamente sua ma di proprietà del giovane Conte: tenerla ferma sarebbe un delitto. Così inizia a tessere la sua tela.
Sabato 1 Maggio 1948. Durante le verifiche a Brescia si aggira in giacca e cravatta un distinto e attempato signore che tutti saluta e tutti riconoscono.

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In quei giorni Tazio Nuvolari verso il cinquantaseiesimo compleanno – sulla soglia dell’anzianità per l’epoca. Ha la salute compromessa da un male che gli consuma i polmoni a causa della benzina e dell’olio bruciato respirati negli anni. Ha una vita segnata dalla tragedia degli unici due figli portati via, entrambi poco più che adolescenti, da malattie incurabili; un infinito numero di amici portati via dalle corse.
Ed ecco il ‘coup de théâtre’ di quel magistrale genio della comunicazione qual era Enzo Ferrari. Prende in disparte Nuvolari e confabula con lui stando ben attento ad essere in favore di giornalisti e fotografi. Accordo trovato! Tazio Nuvolari guiderà una Ferrari alla Mille Miglia in partenza il giorno successivo. Numero di gara: 1049.

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Ovviamente era tutto già deciso ma il colpo ad effetto riesce.
Sergio Scapinelli, un giovane meccanico e collaudatore già a libro paga di Ferrari, viene scelto come copilota: non toccherà mai il volante.

Nuvolari Mille Miglia 3

Una sfida impossibile quella del vecchio campione. Ma terribilmente romantica.
Macchina sconosciuta, nessun collaudo effettuato, copilota ignoto, percorso mai provato: una follia.
Nuvolari si calza una calottina bianca in testa, si strizza in un gilet di cuoio, aggiusta la fiaschetta da viaggio al collo. Guanti infilati e sguardo severo.

Nuvolari Mille Miglia 4

Ore quattro e trenta. Nuvolari è partito.
Partito per una delle sue ultime corse. Partito per sé stesso, forse, o per farla finita con la vita in corsa, come ‘vox populi’ sussurra. Partito per alzare l’asticella della sua leggenda e per entrare nella storia; questo lo sapremo poi.

 

Nuvolari Mille Miglia 5

Fino a Forlì è ordinaria amministrazione: lunghi rettilinei avvantaggiano le più veloci Maserati e Alfa Romeo.
Appena la strada si fa tortuosa salendo verso il Passo del Furlo, Nuvolari si trasforma, si esalta. I suoi piedi danzano frenetici, il contagiri costantemente sopra i 5000.
La povera 166SC viene spinta oltre i limiti della fisica e della meccanica. Un parafango cede. “Si fermi Nuvolari che lo stacco”, dice Scapinelli. ” Non ti preoccupare che si stacca da solo” risponde Tazio. E così è: via un parafango.
L’equipaggio 1049 procede sfrenato sulle curve appenniniche. All’altezza di Gualdo Tadino, improvvisamente, il copri motore si alza a bandiera oscurando la visuale dell’equipaggio. Nuvolari non stacca nemmeno per un secondo. “Si fermi che lo sistemo”, urla Scapinelli. Una solida manata ben assestata da Tazio fa volar via anche il cofano. Questa volta nemmeno una risposta.
La lamiera rossa con il numero di gara dipinto in bianco diventerà il simbolo, il simulacro della leggenda. (dopo varie peripezie il cimelio è stato restaurato ed ora è esposto presso il Museo Nuvolari di Mantova).

Nuvolari Mille Miglia 6

La 166SC si sta sbriciolando. Tutta la sua forza sembra essere assorbita da quel piccolo uomo spigoloso e tutto nervi al volante. Più la macchina cede più lui trae vigore.
Arriva a Roma, l’equipaggio 1049, con una vettura menomata ma con 13 minuti di vantaggio sul secondo in classifica. La Mille Miglia si decide per una manciata di secondi, talvolta qualche minuto di scarto. Un simile distacco non è solo un’eternità dal punto di vista cronometrico. E’ un macigno, un’umiliazione ai compagni di scuderia e ai giovani piloti emergenti.

Nuvolari Mille Miglia 7

“Interrompiamo le trasmissioni per seguire in diretta lo svolgimento della XV Mille Miglia” gracchia la radio nelle case degli Italiani. “Attenzione… al controllo di Roma in testa alla corsa è passato Tazio Nuvolari”.
Parole magiche per l’Italia post-bellica.
E mentre quel diavolo di mantovano risale lo Stivale spingendo in pieno, la nazione si riversa nelle strade per vedere con i propri occhi quel lampo rosso ferito sfrecciare guidato da un vecchio condottiero.
E quale miglior metafora dell’Italia del ’48; quale miglior sogno e speranza: una nazione piegata, come la 166SC, portata verso la gloria, la rinascita, da un uomo anch’esso ferito nel corpo e nell’anima come tutti gli Italiani erano all’epoca.
Inizia a piovere ma Nuvolari non cede: è sempre al massimo. Il distacco sul secondo si accentua. La notizia è ormai virale, come si direbbe oggi, e tutta la nazione fa il tifo per quella stanca Ferrari.

Nuvolari Mille Miglia 8

La leggenda narra che addirittura, a seguito della rottura degli ancoraggi, Tazio abbia sostituito il proprio sedile con dei sacchi d’arance. Non è provato.
Durante un rifornimento Scapinelli si accorge che la balestra posteriore destra è troppo lunga: un biscottino ha ceduto ed ora è orizzontale. “Nuvolari non so se riusciamo a proseguire”. “Arriveremo fino all’assistenza di Reggio”.
Enzo Ferrari presidia il punto di assistenza ed è lui in persona a decretare la fine del sogno: troppo pericolosa, questa macchina va fermata.
Il suo scopo tutto sommato è stato raggiunto: a tutti è ormai chiaro che le vetture di Maranello – ricordiamo marchio costituito solo l’anno precedente – sono terribilmente competitive. Se avesse vinto Nuvolari sarebbe stata la vittoria del pilota, non quella della macchina… E poi in seconda posizione c’è comunque Biondetti con una 166 Coupé.
Nuvolari è sparito dai bollettini e dai radiogiornali. Sembra svanito, evaporato. Mentre l’Italia è con il fiato sospeso, Nivola si riposa dall’immane fatica in un letto della canonica, ospitato dal prevosto di Villa Ospizio nei pressi di Reggio Emilia.
Ferrari lo raggiunge: “Coraggio, Tazio sarà per il prossimo anno”.
“Ferrari, giornate come queste alla nostra età non ne tornano molte; ricordalo e cerca di gustarle fino in fondo, se ci riesci”.

Maurizio Vaglietti

Bibliografia:
Nuvolari il rombo del cigno – Mario Donnini – Giorgio Nada Editore
Mille Miglia Story – Leonardo Acerbi – Giorgio Nada Editore

Photo Credits:
Nuvolari il rombo del cigno – Mario Donnini – Giorgio Nada Editore
Grandprixhistory.org

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