Mercoledì 19 febbraio si è tenuta l’edizione zero di O/L Talks: ‘Auto da Museo’, dalla Panda 4×4 al The Ice fino alla Range Rover al Louvre.
Nostalgia, romanticismo, o forse disillusione di fronte a quelle auto fin troppo diffuse che, avvicinandosi, emettono lo stesso suono dello shuttle che ti porta da un terminal all’altro a Heathrow o a Barajas?
Niente di tutto questo. Solo una profonda passione per il design automobilistico e la volontà di non sperperare denaro quando si acquista un’auto d’epoca, nel caso in cui, un giorno, venisse l’idea di rivenderla.
“Auto da Museo. Dalla Panda al The Ice alla Range Rover al Louvre” è stato il titolo del primo O/L Talk – l’edizione zero, come l’abbiamo ribattezzata tra relatori e organizzatori – che abbiamo ospitato martedì sera presso O/L Society, lo store milanese dedicato alle cose che amiamo.
Andrea Vailetti, Cesare Sasso ed io abbiamo animato la serata con un’intervista semiseria che, in realtà, fin dalle presentazioni iniziali, ha assunto l’atmosfera rilassata di un aperitivo tra amici. Il tutto è poi culminato in speculazioni estetico-finanziarie-motoristiche degne di un talk show notturno, quando finalmente si abbandona il mainstream per raccontare le cose come stanno.
Cesare, giornalista per Quattroruote e Ruoteclassiche nonché esperto di investimenti finanziari, è stato bersaglio di domande provocatorie del tipo: “Può una Punto 75 Cat. 3 porte del 1995 rivelarsi un serio investimento?”. Con la signorilità che lo contraddistingue, ha saputo deviare il discorso su modelli che, pur nati con intenti utilitaristici, hanno segnato evoluzioni tecniche e stilistiche o si sono affermati come vere e proprie mosche bianche nel panorama automobilistico dell’epoca. Parliamo della prima serie della Multipla, della Y10 4×4 o della Campagnola, quest’ultima mai davvero entrata nell’immaginario collettivo forse perché priva di tweed, doppiette e elegantissimi cani da ferma, a differenza della sua controparte britannica.
Ma non ci siamo fermati qui. Andrea, fotografo apprezzato e raffinato esteta di auto e moto d’epoca (e non solo), ha offerto un punto di vista inedito sul design, sottolineando come certi dettagli stilistici possano trasformare un’auto apparentemente ordinaria in un unicorno del collezionismo odierno e futuro. L’attenzione, ha suggerito, dovrebbe rivolgersi a Oriente: molte vetture dal design distintivo provengono dal Giappone. E se il design, a differenza dell’arte, è funzionale alle prestazioni e al piacere di guida, allora gli europei hanno molto da imparare dai progettisti dell’Honda S2000 o della prima serie della Toyota Celica.
Anche il pubblico ha giocato un ruolo centrale nella serata. Quando metti insieme artisti, designer di moda e docenti dell’Accademia di Brera con tre appassionati di auto d’epoca, il risultato è una conversazione che potrebbe facilmente prolungarsi dall’aperitivo fino a mezzanotte. La prova? L’energia vibrante che ha permeato O/L Society prima e dopo il talk, con gruppi di persone che si mescolavano continuamente, creando nuove connessioni e dando vita a dibattiti sempre diversi. Un successo che ci sprona a lavorare alle prossime edizioni.
Un grazie speciale a O/L Society per l’organizzazione, a Legend Kombucha per aver dato un tocco di freschezza alla serata (e salvato i relatori da un’arsura debilitante dopo un’ora di speech accorato), e soprattutto ai partecipanti perché senza di loro, O/L Talk sarebbe stato solo una sala prove silenziosa, priva di quell’atmosfera rock ‘n roll che ha scaldato gli animi in una fredda sera di febbraio.
Testi: Pier Francesco Verlato – Instagram
Foto: Chris Leustean – Instagram
Styling: Formula Iozzi – Website | Fuel Is Not A Crime – Website | Holland & Sherry – Website
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