I 170.000 battiti di Motor Bike Expo 2025

Che cosa succede quando 170.000 appassionati si riversano come un fiume impetuoso trasformando la città in un rombante motore collettivo?

A cura di Redazione Rust and Glory

Foto di Rafael Montañes Ruiz

Verona, 24-26 gennaio 2025. Non si è trattato solo di un appuntamento con il motociclismo. No, è stato il rendez-vous assoluto delle emozioni in due ruote, l’evento che ha trasformato Veronafiere in un tempio scoppiettante, dove ogni stand, ogni esibizione, ogni premiazione era diretta al vero amante della moto.

È stata un’edizione straripante, la più grande nella storia di Motor Bike Expo, una kermesse capace di trascendere la natura stessa di una fiera. Non un semplice evento, ma una sinfonia di motori, odori di olio e benzina, vernici metalliche che brillavano sotto i riflettori, urla di approvazione e applausi che risuonavano nei padiglioni come onde di un oceano pulsante. Oltre 700 espositori da 20 Paesi, più di 15 anteprime mondiali, 3.000 moto esposte e un calendario di oltre 100 eventi: questo è stato il biglietto da visita di MBE 2025.

“Kings” e Regine del Motor Bike Expo

Il sabato è stato il giorno dei re e delle regine delle moto, celebrati sotto gli occhi rapiti di migliaia di appassionati. La Harley-Davidson WLA del 1942 “Lucifer”, costruita da Mirko Perugini di Gallery Motorcycles a partire da un’idea di Damiano Roncaglioni, è stata eletta King of Custom da una giuria internazionale. Un capolavoro di design e artigianato, una macchina che evocava gli aerei da combattimento della Seconda Guerra Mondiale, un pezzo d’arte che sembrava gridare “Velocità! Passione! Storia!” mentre i riflettori si riflettevano sui cerchi Jonich Wheels.

Ma non è finita qui. Sul palco si è celebrato anche Jacopo Cerutti, vincitore dell’Africa Eco Race, acclamato King of Rally, mentre Max Biaggi, sei volte campione mondiale, ha dominato la scena come King of Racing, parlando con il pubblico del Trofeo RS 457 di Aprilia e dei suoi successi. Poi c’era Vanni Oddera, il re dell’aria e del freestyle, un nome che ormai è sinonimo di inclusione grazie alla sua Mototerapia, che permette ai ragazzi con disabilità di vivere il sogno della moto.

E che dire del glamour? Ottavio Missoni, stilista e avventuriero, ha sfilato al fianco della sua Kove direttamente dalla Dakar, mentre Ola Stenegard, designer di Indian Motorcycles, ha presentato le sue ultime creazioni. Una parata di re e regine che ha trasformato il sabato di MBE in una celebrazione del genio umano e meccanico.

Un applauso ammirato a Umberto Borile per la nuova Ricki 500 premiata come Best Scrambler in Show.

Un palco di emozioni: Le interviste live di Rust and Glory

Non bastava il rombo delle moto, il riflesso delle cromature e le acrobazie al limite del possibile. A Verona, anche le parole hanno avuto il loro peso, grazie a Pier Francesco Verlato e alle sue interviste live che hanno illuminato il Main Stage nel Padiglione 1 e l’Adventure Stage nel Padiglione 9. Venerdì, Satya Kraus di Kraus Moto ha raccontato la sua filosofia sul design e sull’innovazione nei mondi Harley Davidson e Indian, un misto di tecnologia, poesia e velocità.

Sabato è stata la volta di Jack NBC, che ha parlato delle tendenze del custom orientato alle performance, del suo folle amore per le Harley Davidson e dei giri a gas aperto al Mountain, la strada su cui ogni anno si svolge il Tourist Trophy. Roberto Parodi, autore e viaggiatore, ha presentato il suo libro “Facciamoci riconoscere”, incentrato sullo stile e il saper vivere ma arrichito da aneddoti e commenti assolutamente comici. La domenica, invece, è stata dedicata all’adventouring, con Davide Perrella del Motoclub XT 500 per un excursus sul mondo dell’enduro vintage  e Alessandro Pagani di Di Traverso Adventouring, che hanno svelato ogni segreto dei viaggi su due ruote.


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Emozione pura dentro e fuori

L’MBE non è solo un salone, è un’esperienza totale. Fuori dai padiglioni, il pubblico ha potuto immergersi in esibizioni mozzafiato, test ride e gare spettacolari. Yamaha ha celebrato i suoi 70 anni con il nuovo UMQ, un veicolo a zero emissioni che arricchisce una già estesissima gamma. Ducati, dal canto suo, ha portato in scena i 10 anni della Scrambler, con la limited edition Rizoma e una serie di test ride che hanno fatto battere i cuori.

Moto Guzzi ha incantato il pubblico con la nuova V7 Sport, mentre Suzuki ha svelato le sue novità per il racing con la DRZ-4 e l’attesissima GSX-8R. E Kawasaki? Le sue Z900RS e le modern classic, dimostrano che il futuro ripercorre – valorizzandolo – il cammino di un passato di grandi successi.

Dietro le quinte del successo

Dietro le quinte di un evento di questa portata ci sono visione, dedizione e lavoro di squadra. Paola Somma e Francesco Agnoletto, fondatori di MBE, hanno sottolineato come questa edizione abbia rappresentato un salto di qualità. “A Verona, gli orientamenti dei motociclisti si integrano con le strategie delle aziende,” ha dichiarato Paola Somma, evidenziando l’importanza di MBE come piattaforma di incontro tra domanda e offerta. Anche le istituzioni hanno applaudito l’evento: il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, ha definito l’MBE una manifestazione capace di unire business e passione, mentre i ministri Daniela Santanchè e Alessandra Locatelli hanno portato il loro sostegno, sottolineando il ruolo del motociclismo nella promozione del turismo e dell’inclusione.

L’edizione dei record

I numeri parlano chiaro. 170.000 visitatori, un padiglione aggiuntivo, 20% di spazio espositivo in più e la presenza di 33 grandi marchi. Nonostante il meteo inclemente, l’affluenza ha superato ogni aspettativa. “Questa è l’edizione di MBE più grande di sempre, nei numeri e nella qualità,” ha dichiarato Francesco Agnoletto. E come dargli torto? Tra il pubblico c’erano giovani, famiglie, professionisti, tutti accomunati dalla stessa scintilla negli occhi, quella passione che solo il mondo delle due ruote sa accendere.

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