A cura di Redazione Rust and Glory
Negli anni ’90, Yamaha decise di fare un salto nell’ignoto abbandonando temporaneamente le loro classiche sportive con telaio Deltabox per creare la TRX 850. Con il telaio a traliccio e il bicilindrico parallelo della TDM 850, la TRX 850 era una sfida diretta alla Ducati 900SS. Il risultato? Un ibrido strano, un po’ goffo ma affascinante, che mescolava Oriente e Occidente. Nonostante non sia stata un successo commerciale clamoroso, la TRX 850 venne universalmente riconosciuta come una moto destinata a lasciare il segno.
Il londinese Seb Hipperson, artigiano e modificatore, dopo averla avuta in garage per quindici anni, ha finalmente deciso di prenderla seriamente in mano. Seb, di mestiere, crea mobili ma è anche un motociclista appassionato e un pilota dilettante. In pratica, non resiste alla tentazione di modificare qualunque cosa gli capiti tra le mani.
Fu proprio il telaio a traliccio della TRX 850 ad attrarre Seb all’inizio. E, diciamolo, anche il fatto che fosse un’alternativa meno ovvia rispetto alla più blasonata Ducati SuperSport. “Durante il tempo in cui ho posseduto la moto, l’ho tagliata, modificata e strapazzata parecchio,” racconta. “Ero soddisfatto, ma ormai era arrivata al punto di aver bisogno di cure serie, con un serbatoio ammaccato e carene crepate dopo una scivolata sulla ghiaia di Brands Hatch. Invece di restaurarla, ho colto l’occasione per un restyling totale.”
Una TRX850 rinata: più affilata, più audace
La prima mossa di Seb? Eliminare il telaietto posteriore e fabbricarne uno nuovo con la seduta inclinata verso l’anteriore. “Ho prolungato il telaio principale a traliccio, mantenendo il flusso dei tubi ben visibile fino alla coda, come un esoscheletro,” spiega. Con qualche tocco qua e là, la TRX era pronta per un nuovo abito.
Tra i tubi posteriori, ora si trova un piccolo codino squadrato, fatto a mano in fibra di vetro e corredato da una sottile luce posteriore a LED. Poco più avanti c’è una sella in Alcantara realizzata da Bailey Custom Auto Trims.
Più avanti ancora, Seb ha nascosto un serbatoio in alluminio sotto una copertura in fibra di vetro creata a mano. Anche il cupolino frontale è opera sua. “Per il cupolino ho voluto richiamare lo stile anni ’90, in linea con le origini della TRX,” spiega. “L’ho modellato in schiuma, poi trasformato in fibra di vetro. Infine, ho inserito un faro rettangolare decentrato.”
Tecnica retrò con un tocco moderno
Seb ha mantenuto le ruote a tre razze della TRX 850. All’anteriore, ha montato forcelle Yamaha YZF 750 e pinze freno della Yamaha R1. Lo stesso modello YZF ha donato il forcellone posteriore, ma Seb l’ha completamente trasformato: ha aggiunto pannelli in alluminio saldati TIG, per una maggiore rigidità e uno stile da superbike. La finitura in alluminio spazzolato gli dona quell’aria da prototipo da corsa old school.
Sotto la sella si nascondono il mono della Kawasaki ZX-10R e una scatola in alluminio fatta su misura per l’elettronica. Il cablaggio è stato snellito, mentre le pedane di serie sono state sostituite con componenti Harris.
Il motore era già stato revisionato circa 3.000 km prima, con cilindri lucidati, valvole rifatte e una catena di distribuzione nuova. Ma visto che era smontato, Seb ne ha approfittato per una riverniciatura impeccabile.
Rimontato il motore, Seb lo ha arricchito con due carburatori Keihin FCR41 collegati a una scatola filtro su misura. Per chiudere il cerchio, ha realizzato un sistema di scarico in acciaio inox con configurazione due-in-uno-in-due, terminando con silenziatori anch’essi fatti a mano.
Un finale da spettacolo
La Yamaha TRX 850 di Seb brilla con una livrea blu accattivante, tutta opera sua. “Mi piace fare tutto da solo, così ho l’opportunità di testare soluzioni diverse prima di decidermi.”
Alla fine, Seb ha dipinto telaio e carene in un blu Ford ‘Area 51’, con accenti blu chiaro e rossi. Ruote bianche, motore nero e dettagli in alluminio spazzolato rendono l’idea dell’attenzione che è stata dedicata ai particolari.
Metà restomod classica, metà custom raffinata, la TRX 850 di Seb è quasi troppo bella per sporcarsi su una pista. Ma, conoscendolo, difficilmente saprà trattenersi.
LINK:
Seb Hipperson – cosruttore
Sam Napper – fotografo
Ispirazione: Bike Exif
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