Passano gli anni ma non perde mai lo smalto. E ogni volta mi rimane sempre incollata tra le labbra quella domandona che più retorica non può essere… ma che idea semplice e grandiosa è il Distinguished Gentleman’s Ride?
Stiamo parlando di un evento di beneficienza nato in Australia, quasi per scherzo, che in soli sette anni ha raccolto milioni di euro per finanziare programmi di ricerca internazionali contro il cancro alla prostata.
Quest’anno il DGR, ovvero il Distinguished Gentleman’s Ride, a livello globale (si è svolto in oltre 650 città) ha superato i 5 milioni di euro di fondi raccolti. Boom.
Tutto questo grazie a una ricetta con pochi ingredienti ma gustosissima: ci si veste eleganti, con papillon, doppipetti, gilerini hipsterini o vintage oppure laccati, si sale in sella a una motoretta stilosa, classica d’altri tempi oppure nuova ma che ammicca al passato e si va, tutti insieme. Dove? Dipende dalla città in cui si decide di partecipare. Ogni comune – nel mondo – ha un referente che si occupa di decidere il giro e di metter su tutto il cinema che ci sta attorno.
Vi racconto il “Ride” di Brescia che ho cavalcato per RnG.
Punto di partenza, il Museo Mille Miglia. Appena fuori città, una cornice unica per radunarsi tutti, sistemarsi i baffi e impomatarsi la barba. Per chi si era iscritto al sito dell’organizzazione e aveva effettuato una donazione (non importa quanto, l’importante è donare), il Museo ha offerto la possibilità di farsi visitare gratuitamente. Un’esperienza densa di storia, design e cultura. Tempo per una colazione (ndr gratuita per tutti i partecipanti che hanno donato) e via. Verso la campagna bresciana.
Secondo i numeri forniti dal team che ha organizzato l’evento a Brescia, questa è stata l’edizione più partecipata, ben 400 moto e oltre 500 persone. Per un totale di 8.000 euro raccolti. Una buona cifra se pensiamo che quasi la metà dei partecipanti non ha donato un euro.
E qui c’è la nota dolente. Il DGR non impone a nessuno di versare un contributo per una buona causa. È un tema che riguarda la propria coscienza. La domanda allora sorge immediatamente spontanea: che ci fai a un evento di beneficienza, vestito da gentiluomo o gentildonna, e magari pure con una moto costosa sotto i mutandoni di raso, se poi non hai versato per la causa neppure un centesimo?
Nei quaranta chilometri di viaggio in direzione lago di Garda, il tempo scorre piacevole ma una risposta a questo quesito non arriva, neppure una volta varcata la soglia della Cantina Pasini.
Bucolico fazzoletto di terra e vigneti che accoglie, sotto un sole inedito per la stagione, una guarnigione di impettiti cavalieri assetati e impolverati. Tale l’arsura generale che per qualche momento l’Azienda Agricola Pasini ha rischiato di rimanere completamente all’asciutto.
Ma una giornata così bella non poteva concludersi con un bicchiere vuoto… Tornati in sella, i più goderecci – me compreso – si sono regalati il lusso di un pranzo da cerimonia presso il Ristorante al Monastero.
Un luogo da visitare, curato e ben gestito. In una grande sala circondata di affreschi e lampadari in ferro battuto, a un prezzo davvero contenuto, i “fellow rider bresciani” hanno potuto gustarsi un finale brillante e ricco di calorie.
Quindi come è andata? Riflessione personale. Faccio un paragone con il DGR di Milano.
A Brescia ho visto meno “patina” e più guasconate. Il che è sia un bene e sia un male. A Milano d’altronde mi è capitato di sentire rombare una MV 600 Turismo… Indimenticabile. Più in generale, considerato il viaggio e l’atmosfera, più verde e accogliente, non c’è partita.
A menarsela – alla fine – sono bravi tutti… gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà.
Marco Latorre
Photo credits: Marco Latorre per Rust and Glory
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